Caso Portanova, la procura Figc apre un procedimento

La Procura ha trasmesso la richiesta degli atti processuali al Tribunale di Siena per poter poi valutare iniziative da parte della giustizia sportiva

Siena, 9 dicembre 2022 - La Procura Federale della Figc, a quanto si apprende, ha aperto un procedimento sul caso del calciatore del Genoa Manolo Portanova, condannato in primo grado a sei anni di reclusione per stupro di gruppo. La Procura ha trasmesso la richiesta degli atti processuali al Tribunale di Siena per poter poi valutare iniziative da parte della giustizia sportiva.

Intanto ieri il Genoa ha deciso di non portare in campo Portanova in occasione di Genoa-Sudtirol. Il giocatore, che era nell'elenco dei convocati, è stato in tribuna. Tutta l'attenzione dei tifosi ieri era rivolta soprattutto a Gilardino e alla sua prima da tecnico del Genoa, nessuno striscione per il centrocampista già condannato invece sui social dal popolo rossoblù che non lo voleva in campo.

«Portanova? Sinceramente mi occupo dell'aspetto tecnico e Manolo in questi giorni non si è allenato. Ho voluto portarlo nel gruppo a pranzo e a cena ed è stato con noi e basta», ha detto l'allenatore in conferenza stampa.  

Il calciatore Manolo Portanova e lo zio Alessio Langella sono stati condannati a 6 anni di reclusione con rito abbreviato per violenza sessuale di gruppo e lesioni dolose. E' stata anche stabilita una provvisionale (dunque immediatamente esecutiva) di 100mila euro per la ragazza mentre il risarcimento dovrà essere definito in sede civile. Per un terzo imputato, Alessandro Cappiello, 25 anni, si procede con rito ordinario: è stato rinviato a giudizio e il processo inizierà a febbraio. L'ultimo dei quattro indagati era minorenne all'epoca dei fatti contestati: nei suoi confronti l'inchiesta è toccata alla procura dei minori di Firenze.

La vicenda al centro del caso avvenne nella notte tra il 30 e il 31 maggio 2021, in un appartamento del centro storico di Siena. Nella giornata successiva la 22enne si recò al pronto soccorso. La sua denuncia fece partire le indagini, condotte con anche accertamenti irripetibili sui telefonini: al centro del processo pure un filmato girato con il cellulare di un imputato che ritrarrebbe quanto accaduto. La giovane, ascoltata per 7 ore nel corso di un incidente probatorio a luglio scorso, a settembre aveva rifiutato un'offerta risarcitoria presentata dal difensore del giocatore.

All'uscita del tribunale di Siena, dopo la condanna, Portanova aveva dichiarato: "Che cosa devo dire? Sono innocente". Il giocatore del Genoa, difeso dall'avvocato Gabriele Bordoni, era accompagnato dal padre Daniele.