"Policlinico sotto stress per i non vaccinati"

L’appello del direttore generale Barretta: "Aumentati i ricoveri nell’Area Covid, i pazienti oggi sono più gravi, le altre attività a rischio"

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Nessun allarme, ma la corsa all’ospedale va fermata altrimenti si rischia di imbrigliare di nuovo Le Scotte nelle maglie del Covid, compromettendo lo sforzo fatto dal policlinico per recuperare il ruolino di marcia dell’attività ordinaria. Il giorno dopo la diffusione dei risultati del piano messo in atto dall’azienda ospedaliera già dall’estate per abbattere le liste di attesa dell’attività chirurgica, è il direttore generale Antonio Barretta a lanciare l’appello a vaccinarsi, unico modo per non fermare l’attività e le cure.

Ci sono stati anche cinque, sei ingressi al giorno: quale è la situazione della bolla Covid?

Negli ultimi giorni - conferma il dg Barretta - abbiamo avuto un numero di accessi importante: a inizio novembre avevamo 28-29 ricoverati in area Covid, negli ultimi tempi abbiamo prima sfondato quota 30 e ora siamo vicini a 40. Ed è aumentata la gravità dei casi: in terapia intensiva siamo passati dai 3-4 pazienti di metà novembre agli 11 di oggi, siamo in doppia cifra. Fermo restando che abbiamo a disposizione 85 posti letto e con l’espansione in altri reparti possiamo arrivare a 180, innegabile è l’incremento dei ricoveri e l’aumento di casi di maggiore complessità.

Qual è la prospettiva di questo scenario?

"Mi preoccuperebbe dover metter mano alla programmazione delle attività ordinarie. Il problema non sono i posti letto quanto le risorse professionali, cliniche, da dover distogliere dall’attività ordinaria per impiegarle in area Covid. Proprio per fra fronte all’incremento dei ricoveri e della loro complessità. Su questa strada cresce la necessità di personale da dedicare all’assistenza Covid. Siamo in grado di affrontare la situazione, ma non vorrei dover riprogrammare l’attività extra Covid e così arrestare il recupero che stiamo facendo in termini di liste di attesa".

Come evitarlo?

"Vaccinandoci. Altrimenti corriamo il rischio di fermare l’ospedale e di togliere risorse altrove, a scapito di chi invece a noi continua ad affidare la sua cura".

È dunque la pandemia dei no vax quella che invade oggi gli ospedali?

"Chi non si vaccina ha alta possibilità di finire in ospedale e anche in terapia intensiva. I ricoverati non vaccinati alle Scotte sono in questo momento il 70 per cento, solo un terzo dei nostri pazienti è vaccinato. Ci sono no vax convinti ma anche persone ancora indecise: il più dei non vaccinati sono nella fascia anagrafica più bassa. Ci sono anche anziani non vaccinati ma l’età dei pazienti è scesa".

In tutto il Paese stanno aumentando i ricoveri e le terapie intensive: c’è anche la possibilità di dover ospitare pazienti extra area?

"Lo escluderei. Noi e Grosseto siamo in questo momento i presidi ospedalieri più sotto stress. Questo per l’alto numero di casi in rapporto alla popolazione ma anche in numero assoluto: siamo al di sopra di altre province. All’Aou di Pisa ci sono 7 intubati, 4 in subintensiva e 33 pazienti in degenza ordinaria, quindi qualche ricoverato in più ma casi meno complessi; a Careggi a Firenze ci sono 20 ricoverati di cui 8 in terapia intensiva. Dunque il rischio di dover riprogrammare l’attività ordinaria per riconcentrarci sull’area Covid è maggiore da noi che altrove. A questo punto auspico che i nostri concittadini non vogliano precludere il ricorso alle cure degli altri".

Paola Tomassoni