Passione barbaresco. "La stalla, luogo sacro"

Parla Leonardo Giorgi della Lupa

La benedizione della stalla della Lupa

La benedizione della stalla della Lupa

Siena, 19 gennaio 2020 - «Nella Lupa, così mi hanno raccontato, la benedizione della stalla è una tradizione che risale agli anni ’80, quando era ancora barbaresco Mario Fracassi che è stato il mio ‘maestro’. Un momento magico. Ci sono sempre andato prima di diventare barbaresco e continuerò anche quando non rivestirò più questo incarico". Brillano gli occhi a Leo Giorgi, tre Palii vinti (il cappotto di Preziosa Penelope e l’Assunta 2018) parlando dell’inverno paliesco che è ufficialmente alle spalle. "Perché la stalla, rimasta chiusa per mesi, torna a vivere. Senza fare particolari lucidature per carità, vengono tolte le ragnatele e si preparano gli attrezzi del mestiere da far benedire al correttore insieme ai locali. Fuori spazzola, spugna, briglia completa: tutto deve essere in ordine. Sono credente e so per certo che un aiuto importante arriva dall’alto", raccontava ieri in attesa dell’evento. Un rito, come in tutte le stalle delle 17 Contrade, che si celebra il giorno in cui si festeggia Sant’Antonio Abate, protettore degli animali. Giorgi, si torna dunque a respirare profumo di Palio. "Esatto. Quando il correttore parla e benedice ho sempre delle vibrazioni. Che spero poi siano quelle valide per il 2 luglio e il 16 agosto. E’ un momento bellissimo anche se più intimo. Magari non ci sono tantissimi contradaioli". I bambini vengono? "Negli ultimi anni si fanno avvicinare sempre di più ai cavalli. Meravigliosi quando li vedi arrivare nella stalla e qualcuno porta anche un regalino. Chi la carota, chi la mela..." Quali sono gli insegnamenti del passato da custodire? "Da ognuno delle persone con cui ho lavorato ho imparato qualcosa. La prima? Stare con i piedi per terra e avere un buonissimo rapporto con i professionisti perchè tutti, per 96 ore, non dormiamo e remiamo nella stessa direzione". Cosa non deve mai mancare nella stalla di Contrada? "L’energia positiva, la voglia di fare. Il colloquio con lo staff per migliorarsi perché il cavallo che ti tocca è sempre diverso. Quanto agli oggetti, devi sempre dare a fantino e dirigenza ciò di cui necessitano". Il più bel complimento? "Che trasmetto sensibilità e dolcezza ai cavalli anche se questo non è il mio lavoro ma una grandissima passione". © RIPRODUZIONE RISERVATA