'Quel raggio di luce mentre benedivo Remorex'

Parla il correttore della Tartuca don Floriano Vassalluzzo

Don Floriano (Foto Di Pietro)

Don Floriano (Foto Di Pietro)

Siena, 27 ottobre 2018 - «C’era un pathos incredibile. Quando ho alzato l’aspersorio per impartire la benedizione al cavallo il braccio è stato illuminato da un raggio di luce fortissima che si è posato su Sant’Antonio. L’ho fatto notare ai tartuchini. Era intenso». Sorride don Floriano Vassalluzzo, correttore di Castelvecchio, ricordando il momento in cui ha detto a Remorex che doveva tornare vittorioso. Sembrava un annuncio. E molti ora hanno attribuito a questo istante un significato speciale.

E’ un veterano, ormai sette benedizioni vittoriose. Quale è stata la più bella?

«Quella del 20 ottobre di sicuro intensa, ma non posso fare a meno di rammentare anche la Carriera dell’agosto 2004, che si corse quando già era buio. Bellissimo il Palio di Mitoraj, una Vergine magnifica».

Come giudica invece il Drappellone di Montesano?

«Semplicissimo. Il pittore si è espresso naturalmente. Senza Madonna. Ne parlavo con gli altri sacerdoti, perché non fare in modo che l’immagine della Vergine vanga inserita in alto ad agosto, senza mischiarla con la sensibilità dell’artista. Così il pittore nel resto della composizione può sbizzarrirsi come meglio crede».

Torniamo alla Tartuca: dove ha visto il Palio?

«A casa, come sempre. Ma quando la mossa dura più di cinque minuti non riesco a stare fermo. E solo nel momento in cui la voce di Masoni dice ‘la mossa è valida...’ io guardo cosa succede».

Ed è corso in Castelvecchio?

«In realtà prima ho detto messa, alle 18,30. Era stata fissata in questo orario ma qualcuno mi aveva detto ‘lei come farà ad esserci?’. Infatti non c’ero, sono andato più tardi in Contrada a prendere gli abbracci».

Compresi quelli del capitano.

«Sono 34 anni che faccio il correttore, l’ho visto da ragazzino. Ho celebrato il funerale del babbo che mi voleva molto bene».

Il fantino?

«E’ stato molto bravo a cavallo, ha fiutato l’occasione. Un ragazzo intelligente. Mi ha colpito molto il suo discorso alla cena della prova generale. Determinato, sapeva quello che voleva».

Quel cavallo scosso... cosa ha provato vedendolo?

«Una vittoria della natura e dell’animale, ho detto. Pensare che, come battuta, qualche giorno prima avevo detto ‘con tanti cavalli scossi magari vince anche lui’. E con il priore, prima della benedizione, parlavamo dei tempi della festa per la Contrada che avrebbe trionfato nello Straordinario. Che sarebbero stati a primavera».

Una battuta nella sua lunga ‘carriera’ che ricorda con affetto?

«‘Lo benedisca bene’, mi dissero prima del trionfo. E dopo che avvenne: ‘ecco la dea bendata ci ha assistito’. Così risposi: ‘La prossima volta fatevelo benedire da lei’!»