Tempesta
Siena, 13 gennaio 2019 - «Cosa prenderei di babbo? Oltre a nutrire una grande passione per i cavalli, possiede una classe innata. Mi devo documentare per fare ciò che a lui riesce spontaneo», ammette Tempesta. «Cosa’ha più di me Andrea? Una cosa che quasi mi spaventa. La freddezza in corsa, la lucidità che riesce a mantenere nei tre giri», ribatte il padre Massimino. E ancora: «Per essere alla mia altezza ci vuole poco (ironizza quest’ultimo sulla statura, ndr)! Diciamo che nel Palio gli mancano ancora un po’ di chilometri ma credo che, se continua a montare così, si può riprendere in un colpo solo ciò che gli è mancato negli ultimi 4-5 anni». Siparietto in salsa senese, quello fra i fantini della famiglia Coghe, che ha animato la presentazione della tredicesima edizione del Palio della Costa etrusca che si correrà sulla spiaggia di San Vincenzo il 22 aprile, grazie alla determinazione di Roberto Saggini che ha fatto rinascere la manifestazione.
Siparietto dove torna, prepotente, anche il rammarico per quella carriera – il riferimento è a Massimino – conclusa troppo presto «in quanto non ha voluto piegare la testa a certe dinamiche di Palio, venendo messo da parte», dice Saggini. «Abbiamo scelto di impiegare solo i mezzosangue – ricorda poi tornando all’attualità il veterinario dell’evento Massimo Spinelli, amico da una vita di Massimino e che ha visto nascere Andrea – anche perché il bacino di utenza dei puri è diminuito in modo drastico a seguito dell’ordinanza Martini».
C’è persino spazio per una stoccata agli animalisti quando vengono mostrate le foto dei cavalli con cui Massimino ha vinto in carriera «ospitati da lui in Sardegna – chiarisce Spinelli – e mantenuti finché hanno vita». Fra questi, evidenzia Tempesta, anche Millennium Bug che ha trionfato nel 2002 e nel 2003 proprio a San Vincenzo. «Nessuno può avere da recriminare su di noi per come trattiamo i cavalli», coglie la palla al balzo Spinelli.
La.Valde.