Palio annullato, "Solo Siena poteva decidere. No a surrogati della tradizione"

Le parole del rettore del Magistrato Rossi. Capelli, decano dei capitani: "Senso di responsabilità"

L'esterno del Comune nei momenti della decisione dell'annullamento (Foto Lazzeroni)

L'esterno del Comune nei momenti della decisione dell'annullamento (Foto Lazzeroni)

Siena, 15 maggio 2020 - «Sul Palio decidiamo noi, il Comune con le Contrade. Non sarebbe stato sopportabile che terzi avessero scelto al posto nostro". In questa frase di Claudio Rossi, rettore del Magistrato, il senso di un pronunciamento storico.

E di cui tutti hanno avvertito il peso. Ma Siena e le sue 17 ‘repubbliche’ hanno confermato unità e responsabilità. Capacità di autoregolamentazione. Anche questa volta. Sebbene sui social, termometro della città, anche nomi che hanno scritto la storia della Festa abbiano dissentito soprattutto per la tempistica, giudicata troppo frettolosa. Fra i fantini, vedi Tempesta, a caldo si parla "quasi di un lutto".

«Il Palio e il distanziamento sociale sono due cose antitetiche. Proprio per tale motivo quest’anno non si può correre. Non sarebbe stato giusto, come ho già avuto modo di dire, fare surrogati delle nostre tradizioni", spiega meglio la scelta Rossi. "Il Palio si fa se è il nostro Palio – prosegue – ma in questo periodo di emergenza sanitaria i grandi eventi non sono stati presi neppure in considerazione e andiamo verso una situazione dove non avrebbe avuto significato fare una Festa dove non ci si può abbracciare, stringere. In una parola stare insieme. E la scelta non poteva essere ancora rimandata. E’ stato atteso a lungo, volevamo capire l’evoluzione".

Non nasconde "che sarà un’estate strana e particolare per chi, come me, è stato abituato a scandire le settimane con i riti delle Carriere. Tuttavia eravamo un pò preparati all’eventualità. L’abolizione delle Feste titolari il primo colpo. Lo Straordinario nel 2021? Via, non cominciamo da adesso...".

Parla di "decisione sofferta, dolorosa e gravosa", il decano dei capitani Paolo Capelli. "Difficile rinunciare al nostro tesoro più prezioso. Credo tuttavia che abbia prevalso il senso di responsabilità delle 17 Contrade". Quando si ribatte che molti senesi hanno approvato, altri invece erano arrabbiati anche per l’aspetto economico ribatte: "Capisco che sia una scelta dolorosa e che crea disagio.

Rispetto l’opinione dei singoli ma ritengo che sia stata presa con grande senso di responsabilità". Glissa sullo Straordinario in autunno che perde credibilità: "Difficile fare una programmazione così a lungo termine, le evoluzioni sono continue. Tenuto conto dei dispositivi del governo centrale e locale, nell’interesse della salute sconvolta da questa pandemia non possiamo immaginare e non esistono i presupposti per programmare uno Straordinario. Ciò detto, ma è un pensiero del tutto personale, dentro resta una speranza che certificherebbe la fine della pandemia. A quel punto bisognerebbe vedere se ci sono tempi e condizioni".

Capelli conferma che i fantini hanno telefonato ieri "e in verità lo fanno da tempo. Ci sentiamo spesso, lo stesso avviene con i colleghi, per sdrammatizzare questo particolare periodo ma tutti, essendo grandi professionisti immaginavano che davanti a una tale realtà non si poteva fare diversamente".

Laura Valdesi