"Ormai siamo a luglio e non ci sono certezze"

Anna Cassanelli (Cgil) "Gli istituti dovranno arrangiarsi ma senza soldi e linee guida Problemi per edifici e personale"

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"Queste linee guida possono essere sintetizzate così: enti locali e scuole, fate come vi pare, arrangiatevi e assumetevi ogni responsabilità. Noi non vi diamo un euro". Commenta così, senza giri di parole, Anna Cassanelli, Flc Cgil, la bozza del ministro Azzolina sul ritorno a scuola. Oltre agli ormai consueti mal di pancia causati dalla Dad, a non convincere è tutto il resto. "Viene tutto demandato all’autonomia scolastica, il che sarebbe un bene se fosse affiancato da un adeguato piano di finanziamenti stanziato sulla base di esigenze e richieste delle scuole – continua – Invece non c’è. Questo significa che le scuole, aiutate dagli enti locali che a loro volta non hanno finanziamenti dedicati all’istruzione, dovranno escogitare sistemi di rientro assumendosi le responsabilità. L’unico modo che hanno di muoversi è fare richieste".

Sembra che il Comune si stia già muovendo su questo fronte chiedendo ai vari plessi di presentare delle idee da analizzare entro fine mese. Il punto è che molte di queste richieste non suoneranno nuove alle orecchie dell’amministrazione. Prendiamo ad esempio il Monna Agnese e il Piccolomini. "Su questo fronte dovremmo muoverci e avviare lavori su queste strutture in modo da riuscire a dare ai ragazzi una scuola per settembre – commenta Cassanelli – Per gli altri problemi, come quelli del Galilei o del Volta, non credo si possano risolvere in due mesi". Eppure se ne parla già da tempo, anche da prima della pandemia. Si è parlato anche di nuove strutture da utilizzare, ma ad oggi, non ci sarebbe un fondo agibile. "Siamo arrivati quasi a luglio senza un punto della situazione sul territorio – prosegue la sindacalista –voglio però discolpare le istituzioni locali e regionali, l’input doveva arrivare dal ministero". Un fronte sul quale, secondo i sindacati, si potrebbe invece agire subito è quello degli organici. L’urgenza più grande riguarda il personale Ata, al momento inadeguato a garantire servizi di pulizia e sorveglianza delle strutture, soprattutto nei comprensivi.

Teresa Scarcella