"Ora il Piccolomini rimborsi i soldi delle gite"

I genitori degli studenti: "Passati i 60 giorni previsti per legge, non ci è stato restituito nulla". Il caso finisce all’Ufficio scolastico regionale.

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di Cristina Belvedere

Famiglie degli studenti del liceo Piccolomini in pressing sulla dirigenza scolastica. Il motivo? Dopo aver pagato 430 euro per la gita dei figli cancellata a causa dell’emergenza Covid, nonostante diversi solleciti all’istituto per riavere indietro il denaro versato, i genitori dei ragazzi a oggi si trovano ancora in attesa del versamento. "Si tratta di circa 130 studenti– tuonano le famiglie – che pochi giorni prima di partire hanno dovuto rinunciare al ‘Progetto montagna’ a causa dell’epidemia. Dopo mesi di attesa, visto che siamo a luglio, abbiamo chiesto spiegazioni alla scuola dove ci hanno detto che dobbiamo aspettare la risposta del ministero, ma la legge parla chiaro: il rimborso andava fatto entro 60 giorni. Invece... ".

Per questo i genitori si sono rivolti alla preside Sandra Fontani: "Per legge è sempre corrisposto il rimborso con restituzione della somma versata, senza emissione di voucher – si afferma – quando il viaggio e l’iniziativa di istruzione riguarda la scuola dell’infanzia o le classi terminali della scuola secondaria di primo e secondo grado".

I genitori non usano mezzi termini: "Ci auguriamo che a breve possa essere disposto il pagamento, visto che sono state liquidate le classi quinte. E’ fastidioso, stancante e umiliante venire o telefonare per chiedere continuamente ciò che ci spetta". Per questo le famiglie dei ragazzi si sono rivolte anche all’Ufficio scolastico regionale. A rispondere sono stati gli Affari Legali: "Per far fronte alle criticità e a vere e proprie situazioni di contenzioso incipiente, l’Usr ha realizzato appositi monitoraggi avviando proficue interlocuzioni con l’Avvocatura dello Stato – si fa sapere –. L’Is Piccolomini è stato tra le scuole più sollecite e collaborative nell’affrontare la problematica. La soluzione, per evitare possibili contenziosi, richiede tempi tecnici non brevissimi. Si provvederà a interloquire con la scuola su questo tema".

E ieri è arrivata anche la replica della Fontani che spiega di essersi rivolta all’Avvocatura dello Stato "per dirimere la questione in ogni suo aspetto": "L’istituto e la dirigenza hanno sempre agito con massima correttezza e sollecitudine, a tutela dei diritti e degli interessi di studenti e famiglie, nel rispetto delle norme vigenti, del coinvolgimento dell’amministrazione periferica, delle competenze degli organi collegiali, in particolare del Consiglio d’Istituto, nonché nel merito dei necessari tempi tecnici".