"Omicron più infettiva, vaccini per le varianti"

La professoressa Cusi, direttrice di Microbiologia: "Il boom dei contagi era prevedibile, è già successo in Gran Bretagna e Sudafrica"

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Duecentomila casi al giorno in Italia, 15mila in Toscana, con un escalation impressionante da un giorno all’altro. Nella provincia di Siena siamo passati da 40 nuovi positivi a oltre mille al giorno nel giro di qualche settimana, con il picco durante le Festività natalizie. Era prevedibile questa situazione? "Era prevedibile, avendo osservato quello che è successo prima in Sud Africa, poi in Germania, nel Regno Unito e in altri Paesi europei prima dell’Italia", dice la professoressa Maria Grazia Cusi, direttrice dell’Unità di Microbiologia e Virologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria, che per prima ha isolato il virus due anni fa e nel dicembre scorso ha individuato il primo caso di variante Omicron in Toscana.

L’impennata dei contagi è dovuta alla Omicron?

"Omicron è l’ultima variante che presenta una infettività superiore di 3-5 volte alla Delta. Riesce ad infettare anche i soggetti vaccinati, talvolta in forma asintomatica, talvolta in una forma clinica molto attenuata. Non potremmo dire lo stesso per i soggetti non vaccinati che presentano gravi patologie respiratorie come abbiamo visto in precedenza per i soggetti con Covid-19".

Cosa si sa della variante?

"Omicron appare come una variante ‘diversa’ perché ha accumulato molte mutazioni, che la rendono più infettiva rispetto alle altre varianti, ma sembra la rendano meno aggressiva per le cellule del polmone. Un elevato livello di anticorpi indotti dal vaccino e dal booster possono, in qualche modo, limitare l’infezione. Alcuni ricercatori riportano che l’immunità cellulare attivata dal vaccino abbia un ruolo importante contro Omicron, tuttavia molto ancora c’è da scoprire e capire su questa nuova variante ed è fondamentale se vogliamo intervenire sia preventivamente che terapeuticamente contro Sars-CoV-2".

E’ tornata alle Scotte l’analisi dei tamponi di area senese. Qual è la situazione?

"Siamo stati contattati di nuovo dall’ASL sudest per dare supporto alla diagnostica, a causa dell’enorme numero di casi registrati. Abbiamo dato il nostro assenso perché crediamo che la sanità vada tutelata e supportata, pertanto processiamo circa 1000 tamponi al giorno provenienti dalla provincia di Siena, oltre ai tamponi diagnostici per Sars-CoV-2 dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese. Sulla base del numero giornaliero di tamponi che stanno arrivando in laboratorio, è possibile prevedere un incremento di circa 200-300 tamponi al giorno dal territorio. Credo che questo intervento sia molto utile perché permette al cittadino di avere una risposta in tempi più brevi (24 o 48 ore) e faciliti l’attività dell’Usca e del contact tracing. Questo significa offrire al cittadino una maggior sicurezza in momenti in cui il sistema sanitario è in difficoltà, determinando ritardi nella cura".

Abbiamo fatto il lockdown prima, il vaccino poi, ora la terza dose: cos’altro possiamo fare per uscire dal tunnel?

"A questo punto, credo che sia meglio non fare previsioni, se non a breve termine. Spero che il picco dell’Omicron si esaurisca in primavera, quando la maggior parte della popolazione avrà immunità contro l’Omicron".

Quante dosi ancora? O vaccini modificati per le varianti?

"Credo che dovremo ancora vaccinarci, ma con vaccini aggiornati. Le aziende farmaceutiche stanno lavorando su questo. L’ideale sarebbe trovare un vaccino valido che sia in grado di contrastare anche altre eventuali varianti; insomma un vaccino universale per SARS-CoV-2. Non è facile, né immediato, ma si può fare".

Paola Tomassoni