Ok al bilancio, la grana Siena casa

La giunta approva i conti con lo sforamento. Marzocchi, presidente della società, non ha diritto al compenso

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La giunta ha dato ieri sera il via libera al bilancio consuntivo 2019. Lo sforamento del voto in consiglio comunale rispetto alla scadenza del 30 giugno, di cui nei giorni scorsi era stato debitamente informato il prefetto, non avrà conseguenze pratiche per l’amministrazione comunale. Già oggi tutte le relative comunicazioni dovrebbero raggiungere i consiglieri, per consentire lo svolgimento della seduta tra tre settimane.

Si andrà quindi a metà luglio con la discussione dell’importante documento, che riporta un avanzo di amministrazione (le anticipazioni lo attestavano intorno al milione e mezzo di euro) quanto mai utile, in tempo di conti falcidiati dall’emergenza coronavirus.

E, in parallelo, con un bilancio 2020 totalmente da riscrivere rispetto alle previsioni, causa mancati introiti in questo anno pazzo. Le prime variazioni sono già approdate in aula, in seguito ai provvedimenti adottati dall’amministrazione per fronteggiare la pandemia: molti i mancati introiti decisi per sostenere il mondo dell’impresa (dalla tassa di soggiorno al suolo pubblico), ci sarà in corso d’opera da verificare l’andamento dei pagamenti da parte dei cittadini per tariffe e tributi vari.

Un problema all’orizzonte (non gestionale, ma amministrativo) si delinea per Siena casa, la partecipata che gestisce il patrimonio edilizio pubblico dei comuni della provincia. Oggi l’assemblea dei soci è chiamata ad approvare il bilancio consuntivo 2019, ma anche a valutare il problema che si sarebbe manifestato con gli emolumenti del presidente Stefano Marzocchi. In sede di confronto nel comitato di coordinamento del controllo analogo, l’organismo nel quale i comuni esercitano le funzioni di verifica sulla società, è emerso che, in quanto titolare di pensione, Marzocchi non avrebbe diritto ad alcun compenso per la sua attività nella società.

Una normativa nazionale che in passato ha suscitato anche polemiche e ricorsi, ma senza correzioni di rotta legislative fin qui. È stata quindi prospettata l’eventualità che il presidente non solo cessi di ricevere compensi per il futuro, ma debba anche restituire quanto percepito finora per l’esercizio della sua funzione. Il diretto interessato, da noi interpellato ieri pomeriggio, ha preferito evitare ogni commento. Ma la questione ha trovato conferma in ambienti istituzionali e oggi dovrebbe essere dibattuta nel corso dell’assemblea.

In base a quanto stabilito dal consiglio d’amministrazione della società nel 2017, il presidente e l’amministratore delegato percepiscono un compenso di 21mila euro annui, il vice presidente ottomila euro. Il consiglio di amministrazione risulta peraltro in scadenza, contestualmente all’approvazione del bilancio 2019.

Tornando al bilancio del Comune, la discussione approderà in aula non nella seduta in programma lunedì, la prima ‘dal vivo’ dopo quelle in videoconferenza in piena era Covid, ma nella successiva.

Fra tre giorni si parlerà di Campansi e di Azienda di servizi alla persona (con le modifiche allo statuto nella parte che riguarda il direttore e le dimissioni della presidente Crociani ancora fresche), una convenzione con l’istituto Franci, interrogazioni e mozioni.