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"Non è cambiato il virus, ma i contagiati"

Maria Grazia Cusi, direttore del laboratorio di Virologia delle Scotte: "I giovani positivi hanno una carica infettiva molto elevata". .

"Non vedo una nuova fase del Covid, ma la continuazione, la coda della fase già vissuta; che in primavera è andata diminuendo, nei numeri, e oggi vede una recrudescenza dei casi. Non è cambiato il virus ma gli ospiti che lo portano: sono quasi esclusivamente giovani andati in vacanza all’estero , che al ritorno, contagiati, trasmettono il virus a familiari e amici". E’ così che legge la seconda ondata di contagi la professoressa Maria Grazia Cusi direttore della Unità di Microbiologia e Virologia delle Scotte e responsabile del laboratorio che per primo in Toscana ha isolato il Sar-Cov2.

Il virus è lo stesso?

"Quello attuale non è molto diverso da quello in circolazione prima dell’estate: la carica non è diminuita. I giovani oggi positivi hanno una carica molto elevata e sono potenzialmente molto contagiosi. Oltre al calo dei numeri, determinante è l’età dei soggetti infettati, molto più bassa. In questi soggetti lo stato di salute è diverso e la gravità della malattia è correlata allo stato di salute dell’ospite. Per questo abbiamo tanti asintomatici o paucisintomatici. Senza dimenticare che ci sono giovani in ospedale con gravi polmoniti".

Sono gli spostamenti dell’estate la causa dell’evoluzione?

"Gli anziani sono rimasti a casa, ma soprattutto sono stati più attenti alle prevenzioni e precauzioni. I giovani, seguendo la loro voglia di viaggiare e divertirsi, non hanno capito che potevano farlo anche rispettando le misure suggerite. Invece sono andati in giro, hanno frequentato luoghi ed eventi senza mascherinei. E’ evidente che la possibilità di trasmissione del virus così sia più elevata".

Ci sono tanti asintomatici, come facciamo a capire di essere portatori?

"E’ uno dei problemi attuali. Sono d’accordo con la linea della Regione che va ad estendere la possibilità di fare tamponi di rientro da un viaggio, in modo da intercettare i nuovi contagi e isolarli. Chi sa di aver avuto un comportamento a rischio dovrebbe chiedere di fare il tampone. E’ un modo per bloccare la diffusione. Poi occorre continuare ad adottare misure di sicurezza: la mascherina, il distanziamento e l’igiene delle mani".

Quale è la prospettiva?

"Ci aspetta un autunno piuttosto caldo e, insieme ai virus respiratori in circolazione in quella stagione, ritroveremo il Covid, che dovremo riconoscere dal virus influenzale stagionale. Inevitabile che al primo starnuto si vada a fare il tampone".

Può aiutare la vaccinazione antinfluenzale?

"Sono d’accordo sul fare il vaccino, che può proteggere il soggetto dal virus influenzale e ci aiuterebbe nella diagnosi e nella cura tempestiva. Il contemporaneo contagio del Covid complicherebbe lo stato di salute. Quest’anno il vaccino stagionale potrebbe essere anticipato".

Il vaccino per Covid invece?

"Spero possa arrivare a inizio anno, visto che siamo esasperati e visto che il Covid potrebbe circolare ancora per un paio di anni. Se arriverà in tempo, credo che la vaccinazione debba essere più estesa possibile. Sempre che arrivi un vaccino efficace, valido e innocuo".

Cosa pensa degli anticorpi monoclonali?

"Una terapia importante da utilizzare nei casi più gravi. Sono anticorpi indirizzati a un target ben preciso del virus e dunque sono strumento terapeutico molto utile ed efficace".

E’ possibile essere contagiati una seconda volta?

"In questi giorni è stato accertato il primo caso di reinfezione. Il Covid è del gruppo Sars e abbiamo visto soggetti che col tempo hanno perso la copertura immunitaria. L’immunità verso questo gruppo credo non sia duratura, non è per sempre".

Paola Tomassoni