"No al Duomo in vetro. Soldi pubblici, serve grande accortezza"

Sena Civitas interviene nel dibattito sollevato dal via libera della giunta all’opera di Tresoldi

"Pur non essendo contrari all’integrazione di arte contemporanea in contesti fortemente storici come Siena, crediamo che l’inserimento di tali opere debba avere un senso complessivo di valorizzazione e arredo per la nostra città. Essere, pertanto, frutto di un progetto articolato ed innovativo che vada a toccare l’urbanistica della città con la creazione di percorsi nuovi e con la valorizzazione di luoghi oggi ’dispersi’. Una doppia Siena, dove il contemporaneo si colloca accanto, in perfetta integrazione, al suo fascino storico. Quindi una visione totalmente nuova e ampliata", interviene Sena Civitas nel dibattito sulla recente delibera della giunta di commissionare un progetto all’artista Edoardo Tresoldi per la realizzazione di un’opera da inserire in piazza Jacopo della Quercia atta a "ricostruire il progetto trecentesco di realizzazione della grande cattedrale".

"Una così innovativa concezione non può prescindere da un coinvolgimento della città e delle sue forze culturali. Una nuova Siena, insomma, dove l’arte contemporanea si fondi con la secolarità della città. L’Università, la Sovrintendenza, le varie fondazioni economiche e culturali, le Accademie, i tanti circoli ed associazioni culturali della città, – prosegue Sena Civitas – dovrebbero dar vita ad un dibattito approfondito e partecipato. Solo allora il progetto potrà nascere. Quanto proposto dalla giunta non tiene conto di quanto sopra. Appare totalmente “extemporaneo”, slegato da una visione di fondo che deve essere ampia e partecipativa; è il solito ’fare tanto per fare’, oltre a tutto in un luogo magico come Piazza Jacopo della Quercia". Sulla specificità della realizzazione "vogliamo spendere poche parole. Qual è il senso oggi di una ricostruzione fisica della incompletezza del nostro Duomo? Siena è una bomboniera, così come lo è, a maggior ragione, l’Acropoli. Inserire un’opera di grande volumetria in tale contesto è estremamente difficile rischiando, in spazi ristretti come la piazza Jacopo della Quercia, di dare la percezione del ’fuori scala’, la peggiore sensazione che un’opera d’arte possa dare". Un passaggio infine sull’aspetto economico: "Va completamente ribaltata la logica del finanziamento. Prima la certezza di sponsor esterni, poi la partenza del progetto. Spendere 150mila euro di soldi pubblici per una ’suggestione’ sembra, visto il periodo storico, un atto di assoluta irresponsabilità".