«Un Nicchio compatto, sarà la nostra forza»

Bruni confermato capitano con il 93% dei voti. Parla di Tittia e Brio, si dice favorevole ai cavalli esperti. Amplierà lo staff

Il capitano Marco Bruni

Il capitano Marco Bruni

Siena, 8 dicembre 2019 - «Nicchio compatto, l’unione fa la forza». Il motto di Marco Bruni, eletto capitano dei Pispini per il prossimo triennio con il 93% dei consensi. «Ringrazio chi mi ha votato ma anche chi non lo ha fatto perché rappresenta uno stimolo a lavorare meglio e di più», aggiunge. Annunciando per mercoledì l’assemblea straordinaria dove comunicherà chi integra lo staff. Capitano, ora si fa sul serio. «Il 2019 è stato di rodaggio. Rispetto al Palio che avevo fatto l’attuale vede le Contrade cambiate e certe cose non sono più ammesse. Ma la Carriera in sé è abbastanza uguale. Di solito vince il cavallo buono con un fantino preparato, con le dovute eccezioni. E trionfa una Contrada che non ha nemici, non l’avversaria. Una Contrada che ha lavorato bene con le altre Consorelle, intessendo rapporti corretti con esse e con i fantini. Poi bisogna certo cogliere il momento giusto. Lo ripeterò fino alla noia: al Nicchio manca il successo da 22 anni e sarà sempre impegnato al massimo ma in maniera serena senza l’ansia da prestazione che non ripaga». Più corse in provincia? «Va stilato un calendario ampio da subito in modo che allenatore e proprietario decidano cosa fare, perché non tutti i cavalli sono pronti allo stesso tempo. Così si evita anche che la pioggia costringa a partecipare all’addestramento in maniera ravvicinata per cui alla fine molti non figurano come potrebbero». Remorex può rifare il Palio? «Le Contrade devono avere un’idea precisa sui cavalli e io sono per gli esperti perché la Carriera risulta più leggibile. Se una Contrada non ha in sorte un nome di prima fascia imposta in modo diverso. Non si deve fare una corsa di cavalli in Piazza ma una giostra». Bruni mangino del Nicchio quando debuttò Tittia, ora un big. E’ sempre la prima scelta? «E’ legatissimo alla Contrada e a me. Lo vidi per la prima volta quando andavo a montare da Trecciolino. Convinsi Fabio Giustarini a dargli un occhio. Chiaro che essendo ora molto ambito siamo in tanti a volergli far indossare il giubbetto e lui da professionista compie le scelte. Spesso si creano poi situazioni per cui a un capitano piace un cavallo che invece al fantino è meno gradito. Il Nicchio è aperto a tutte le soluzioni, fermo restando il rapporto con Tittia». E Brio? «Lo conosco da anni, seppure in modo diverso. E lo apprezzo. Stiamo parlando, riferendosi a Tittia e a lui, di due dei fantini più in forma e vincenti. Ma ci sono anche altri, senza fare nomi, pronti ad alzare di nuovo il nerbo o a farlo per la prima volta». Quanto contano i rapporti fra Contrade? «Basilari. E chi monta deve fare ciò che gli dice il capitano». Nuove regole del Palio: vietato dare noia all’avversaria? «Ribadisco che non è una corsa di cavalli e le rivali si devono per forza guardare. Il momento più critico è per me quello fra i canapi perché se sei di posto vicino puoi fare più cose di quando sei lontano». Cosa dirà ai contradaioli alla luce di processi e inchieste? «Che il Montone è un’avversaria e non una nemica. E che bisogna essere intelligenti e stare attenti a non cedere alle provocazioni visto che interpreta la rivalità in maniera esasperata». Augurio 2020 ai nicchiaioli? «Di avere un capitano oltre che bravo fortunato, paliescamente. Così lo sarà anche il Nicchio. © RIPRODUZIONE RISERVATA