Nessuna setta, restano le violenze sessuali

Trasferita da Firenze a Siena l’inchiesta sul presunto guru poliziano. Non ci fu riduzione in schiavitù, Paolini vuole essere interrogato

di Laura Valdesi

SIENA

Esercizio abusivo della professione di psicologo e psicoterapeuta, l’accusa. Ad essa si aggiunge quella di violenza sessuale nei confronti di diverse donne che avevano seguito i corsi ‘Deltalife’ destinati ad aiutarle a crescere e diventare sempre più loro stesse. In realtà erano entrate nel giro dell’associazione ‘Nautilus Xenolid’ di cui era faro Andrea Paolini, 47 anni, di Montepulciano. L’inchiesta che l’estate scorsa l’aveva portato ai domiciliari è ora conclusa. E da Firenze è passata alla procura di Siena perché l’ipotesi di riduzione in schiavitù – e dunque quella della setta di cui sarebbe stato il presunto guru – non è contenuta nell’avviso di conclusione indagini. Inviato anche a Stefania Fabbro, la ex compagna che lo affiancava nell’associazione e che aveva preso le distanze da lui nel racconto fatto al gip fiorentino Angela Fantechi. La donna – chiamata a rispondere in concorso di una violenza sessuale e difesa dall’avvocato Alberto Maria Onori – ormai è da tempo tornata libera. A Paolini nel dicembre scorso sono stati revocati i domiciliari: attualmente ha solo l’obbligo di dimora nel comune di Montepulciano con firma quotidiana dai carabinieri.

Nessuna setta, per questo la competenza è senese. A seguire il caso sarà il pm Nicola Marini. Che comunque resta inquietante. Soprattutto per quanto attiene al capitolo violenze sessuali che avrebbero riguardato persone colpite da grandi dolori – vedi la morte del fidanzato – e altri gravi traumi. Donne che cercavano serenità e una voce amica. Invece si erano trovate ad affrontare ‘terapie d’urto’, come venivano definiti secondo l’accusa i rapporti che Paolini avrebbe avuto con la forza. Sarebbero state soggiogate psicologicamente dall’uomo. Costrette ad assistere anche a sesso fra altri componenti del gruppo durante riunioni che si svolgevano negli agriturismo, sia a Montepulciano che a Volterra e a Castiglione del Lago. per esempio. Insomma si sarebbe approfittato delle loro debolezza psicologica.

Paolini, attraverso i suoi avvocati Luigi Paganelli e Michele Vaira, ha depositato una richiesta di interrogatorio: non è stato ancora fissato. Vuole raccontare la sua verità sui fatti delicati che gli vengono contestati e che la squadra mobile ha ricostruito con grande difficoltà, dopo essersi guadagnata la fiducia delle donne. I legali di Paolini nei mesi scorsi hanno depositato anche riprese video degli incontri che avvenivano per cercare di dimostrare, tra l’altro, che persone che avrebbero subito violenza un anno dopo erano ancora legate all’associazione. E altri verranno aggiunti prima che la vicenda, probabilmente, arrivi davanti al giudice dell’udienza preliminare.

Non ha chiesto invece di essere ascoltata Stefania Fabbro. Ha già ampiamente spiegato la sua posizione, negando tra l’altro di aver mai preso un euro dai clienti anche se realizzava materialmente i dischi di diversi colori ognuno dei quali aveva una propria energia.