"Nella sanità guardare oltre l’emergenza"

Aurigi, presidente dell’Ordine degli infermieri: "Tante assunzioni per il Covid, ma non si blocchi il turnover. Serve un nuovo concorso"

Migration

Sia per l’emergenza legata al Covid-19, sia per le carenze croniche del settore, la sanità ha rappresentato in questo 2020 il grande sbocco occupazionale, arruolando anche a livello locale migliaia di professionisti. E, accanto ai medici, ecco gli infermieri in prima linea, contesi da Aziende sanitarie e ospedaliere. Sono 1.900 gli iscritti all’Ordine delle professioni infermieristiche della provincia di Siena e oltre 20mila a tutti gli Ordini della Toscana. "Se non lavorano tutti, posso sbilanciarmi dicendo che lavorano quasi tutti, fra strutture pubbliche, private o come liberi professionisti", sottolinea Michele Aurigi, presidente dell’Ordine di Siena. L’ultimo concorso, bandito dalla Regione Toscana, ha visto 13mila domande di partecipazione e la graduatoria di fine concorso, a inizio anno, ha messo a disposizione 3.700 idonei, un tesoretto dal quale Aziende sanitarie e ospedaliere prendono per le assunzioni.

Presidente, il tesoretto è già esaurito?

"Ci sono state massicce assunzioni per affrontare la pandemia: molti contratti a tempo indeterminato e anche interinali, per sopperire alle necessità del momento. L’emergenza sanitaria ha messo a nudo le carenze croniche degli organici, per cui le Aziende e strutture sanitarie sono corse ai ripari con importanti immissioni in servizio. Immissioni positive, certo, ma non ne esca l’idea di bloccare i turnover dei prossimi anni. L’obiettivo è mantenere sempre questo livello di assistenza, cui si è giunti grazie all’emergenza: sarebbe pericoloso, invece, fare scorpacciate di personale di fronte alla necessità e rimanere poi fermi quando l’emergenza sarà superata. La grande immissione di oggi non sia un esercizio una tantum. Il Covid ha detto che il servizio sanitario lavorava in emergenza già quando non c’era l’emergenza".

Serve un nuovo concorso? "Con gli altri Ordini della Toscana ne stiamo parlando. Prima di tutto occorre capire quali sono i numeri effettivi a fine emergenza. Comunque visti i tempi e la procedura da mettere in piedi per un concorso come l’ultimo, bisogna muoversi in tempo. Occorre programmazione e lungimiranza, per evitare di ritrovarsi in una situazione come questa". Una professione che attrae sempre più e dà occupazione? "Direi una professione che comporta grandi sacrifici ma che sa dare anche grande soddisfazione. E’ forse venuto il tempo di puntare a maggiori gratificazioni economiche, visto che i valori etici sono indiscutibili".

E’ da rivedere anche la formazione?

"Si diventa infermieri grazie a corsi triennali universitari, a numero chiuso. Dalle tre sedi dell’Università di Siena escono annualmente intorno ai 200 professionisti. Ad oggi i numeri possono essere giusti, ma guardando avanti, sempre in un’ottica lungimirante, potrebbero essere rivisti".

Si fa ancora tanto uso di contratti interinali?

"Qualsiasi possibilità di lavoro è positiva, ma investire su personale che resta in azienda è un valore aggiunto per l’azienda stessa. Cambiare continuamento può comportare un problema per la struttura stessa. Lavorare con personale perennemente precario è controproducente per tutti, per il lavoratore e per il sistema".

Paola Tomassoni