Nasce la bad bank, oggi via libera sulla Rocca

Il consiglio d’amministrazione straordinario approverà il progetto Hydra: 8,7 miliardi di crediti dubbi più un miliardo di patrimonio a Amco

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Oggi il consiglio d’amministrazione del Monte dei Paschi torna a riunirsi in seduta straordinaria per approvare il progetto Hydra, il nome ai confini dell’autolesionismo scelto per battezzare l’ipotesi della bad bank che avrà in cassaforte circa 9 miliardi di crediti dubbi, 4,2 miliardi dei quali di crediti deteriorati e il resto incagliati più il ’rinforzino’ di un miliardo e 50 milioni di asset patrimoniali, per rendere appetibile l’operazione a Amco.

L’autolesionismo sta nel fatto di aver scelto Idra, il mostro ucciso da Ercole in una delle sue mitologiche fatiche, dimenticando che la sua caratteristica principale era che quando gli staccavi una delle tante teste, dal moncherino ne rispuntavano due. Nassim Taleb, l’inventore del Cigno Nero, ipercitata metafora nella finanza, nella politica e perfino nella pandemia, ha usato l’Idra per definire il suo dogma di ’Antifragile’. Chi ha scelto il mostro come simbolo della liberazione dagli Npl, inconsciamente forse teme che, cedendo questi 9 miliardi, ne rispunteranno altri quando l’operazione andrà in porto. A meno di non voler indossare le vesta di Ercole, paragone ardito per un Monte dei Paschi che dal varo della bad bank uscirà più pulito ma più povero e più esposto alle intemperie finanziarie.

Dalla mitologia alla finanza. Da martedì a ieri il team dell’ad Guido Bastianini e i vari consulenti scelti dalla Rocca per limare i dettagli e i numeri della bad bank, hanno risposto a dubbi e domande dei consiglieri. E offriranno al cda di oggi un ventaglio di opzioni per ottenere il via libera. Ormai assodato che quel miliardo e spiccioli di patrimonio in più è cruciale per far digere ad Amco quel fardello di crediti dubbi valutati a prezzi molto più favorevoli. L’unico nodo da sciogliere è cosa dare in cambio a Generali, ai fondi e agli azionisti di minoranza che hanno il 32% del Monte dei Paschi non in mano al Tesoro. L’ipotesi più favorevole sarebbe nuove azioni Mps, invece di azioni Amco. Ma questo si vedrà oggi.

I prossimi passi saranno un’assemblea straordinaria del Monte dei Paschi che accende il disco verde sulla bad bank. E poi l’attesa del sì definitivo da parte della Banca Centrale Europea. Altri 90 giorni di tempo, mentre Bastianini e il consiglio presieduto da Patrizia Grieco esaminano la seconda tappa del progetto Monte: trovare un partner che consenta al Tesoro di uscire dal capitale, in ossequio ai dettami europei. L’idea prioritaria è chiedere un po’ più di tempo rispetto alla deadline del 2021. Ma in casa 5Stelle e anche in parte del Pd cresce la suggestione del Monte dei Paschi di Stato. Ovvero una banca totalmente pubblica, tolta dal listino di Borsa, al 100% di proprietà del Tesoro. Meglio non far saltare i nervi alla Bce con ipotesi di privatizzazione all’italiana. Francoforte accetterà la bad bank e un Monte con meno patrimonio solo se l’affare è propedeutico a un matrimonio con una banca o un fondo. Non con un Governo travestito da banchiere.