Mustafa presto a Budrio per le cure: una nuova vita per lui e il padre

Tutta la famiglia, che attualmente si trova a Siena, è in attesa di trasferirsi nel comune bolognese. Papà e figlio aspettano di ricevere delle nuove protesi dal centro Inail di Vigoroso di Budrio

Siena, 22 marzo 2022 - Ricomincia a Budrio, nel Bolognese, col sogno di tornare a camminare e di poter andare a scuola, la nuova vita del piccolo Mustafa al-Nazzal, 5 anni, nato senza arti per colpa di un bombardamento aereo con armi chimiche in Siria. Il bambino è stato ritratto nella foto simbolo del turco Mehmet Aslan, che - fermando un momento di gioia intima, di gioco e tenerezza, tra Mustafa e Munzir( papà) sorridenti - ha vinto il Siena International Photo Awards 2021 facendo il giro del mondo.

Dunque, molto presto, Mustafa arriverà nel Bolognese con la mamma incinta, le due sorelline e suo papà, anche lui senza una gamba, persa a causa di una bomba sganciata da un elicottero al mercato della frutta di Maarat. Figlio e padre saranno visitati al centro protesi Inail di Vigorso di Budrio, un'eccellenza italiana. Per loro sarà prospettato un 'progetto protesico riabilitativo'.

I tempi dell'arrivo - previsto entro marzo - si sono però allungati per alcuni problemi di salute del padre non legati a questo percorso, in attesa di dimissioni dall'ospedale a Siena, dove la famiglia si trova attualmente. A Siena si vive dunque l'attesa, così come in provincia di Bologna. 

"Mustafa ha un carisma naturale impensabile - racconta all'Agi Luca Venturi direttore artistico Siena Award che ha lanciato il caso del bimbo siriano - in qualunque momento della giornata lo si va a trovare lui è così. Si è adattato alla situazione, adesso speriamo di vederlo in qualche modo affrontare la sua nuova vita. A Budrio è tutto pronto, la casa, l'ospedale, l'accoglienza". 

Il Centro bolognese punterà molto sull'emulazione del bimbo nei confronti del genitore e sul gioco, per fargli accettare le protesi. Infatti, Mustafa è abituato a muoversi rotolando, in totale libertà. Se per Munzir la prima protesi arriverà in tempi brevi, per il piccolo, un caso molto complesso, il percorso sarà più lungo e seguirà l'evoluzione della sua crescita. "Il papà farà da apripista - spiega all'Agi l'ingegnere Gregorio Teti, direttore Centro Protesi di Vigorso di Budrio - e anche da stimolo psicologico per far capire al bimbo che ci sono possibilità di essere in qualche modo aiutati con i dispositivi protesici".