Muore dopo la caduta alle Scotte Medico e infermiera nei guai

Fissata l’udienza preliminare per la vicenda che vede al centro il decesso di un 54enne imprenditore della Valdichiana

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Era morto dopo la caduta in ospedale. E la famiglia di Antonio Capone, 54 anni, noto imprenditore di Montepulciano, aveva chiesto alla procura di vedere chiaro in quanto accaduto al policlinico senese nel novembre 2019. Di qui l’inchiesta che, dopo un anno e mezzo, ha portato alla fissazione dell’udienza preliminare per due imputati, un medico e un’infermiera delle Scotte. Che certo non intendevano causarne il decesso, ma avrebbero secondo quanto rilevato dalla procura, mancato di seguire le linee guida e di applicare buone pratiche nell’assistenza, a partire dalla verifica, ricorrendo ad un’apposita piattaforma, dell’iter clinico dell’imprenditore. "Esprimo soddisfazione da parte della famiglia perché la vicenda è giunta davanti al giudice. Adesso confidiamo che sia fatta chiarezza definitiva sul caso", si limita a commentare l’avvocato Filippo Billi del foro di Arezzo che assiste le tre parti offese.

Bisognava verificare se esisteva il nesso di causa-effetto fra la caduta del paziente alle Scotte, mentre si sottoponeva alla dialisi, l’intervento d’urgenza che aveva subito per un ematoma cerebrale e la morte avvenuta il 3 novembre 2019. Era stata disposta l’autopsia, nominato un consulente di parte anche dalla famiglia affinché seguisse il caso dell’imprenditore su cui dovrà adesso pronunciarsi il gup Jacopo Rocchi.

L’inchiesta condotta dal pm Niccolò Lodovici ha ricostruito in maniera certosina le ore trascorse al policlinico da Capone. Da quando in un altro reparto era stato necessario utilizzare le spondine del letto che più volte aveva tentato di superare. Era infatti molto agitato. Non era neppure la prima volta che accadeva. Fino al momento della caduta dal lettino in Nefrologia a seguito della quale riportava un ematoma cerebrale gravissimo.

La.Valde.