Mps, aumento ai nastri per ottobre Test con le banche del consorzio

Il prospetto è stato depositato alla Consob, probabile che il via libera consenta di partire il 10 ottobre. Continuano i contatti con Axa e Anima. Si avvicina l’incontro per misurare l’appetito sull’operazione

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Il via libera in arrivo sull’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro potebbe consentire all’operazione di partire il 10 ottobre. È questa la data più probabile da cerchiare in rosso sull’agenda di Banca Monte dei Paschi che, in questi giorni, ha depositato alla Consob il prospetto dell’aumento. La Commissione avrà dieci giorni lavorativi di tempo per esaminarlo, salvo eventuali sospensioni legate alla richieta di integrazioni. Poi l’aumento potrà partire.

Intanto l’ad di Mps, Luigi Lovaglio, già volato a Londra per cercare sottoscrittori dell’aumento, ha avuto i primi contatti con il ceo di Anima Holding, Alessandro Melzi d’Eril, e con quello di Axa, Thomas Buberl. Il primo incontrato a cena, il secondo a margine della Bank of America conference. Axa e Anima potrebbero dare un contributo importante alla riuscita dell’operazione, che richiede la raccolta di 900 milioni di euro di capitali privati a fronte degli 1,6 miliardi di euro che il Tesoro si è impegnato a sottoscrivere ma nel contesto di in un’operazione a "condizioni di mercato", che non consentirà al Mef di crescere rispetto alla sua attuale partecipazione del 64,2%, come concordato con la Dg Comp.

Anima sarebbe disponibile ad iniettare fino a 200 milioni di euro nell’ambito di una rinegoziazione degli accordi nel risparmio gestito, in scadenza nel 2030. Sul mercato si ipotizza che altri 150-200 milioni potrebbero arrivare dalla compagnia francese, che attraverso gli sportelli di Siena distribuisce le sue polizze, con un accordo in scadenza nel 2027 che Parigi ha tutto l’interesse a prolungare. L’esito del negoziato non è scontato. Intanto sul finire della prossima settimana Mps e le banche candidate a far parte del consorzio di garanzia dell’aumento di capitale dovrebbero fare il punto sull’interesse manifestato dal mercato per l’operazione, a valle degli incontri con gli investitori che l’ad Lovaglio, ha tenuto e continuerà a tenere, con l’obiettivo di costruire una campionatura del possibile ‘appetito’ per la ricapitalizzazione. Questi risultati saranno valutati dalle banche singolarmente, all’interno dei propri comitati, per decidere se dare la disponibilità o meno a garantire l’eventuale inoptato dell’aumento.

A tal riguardo, fanno notare fonti del consorzio, l’intervento di Anima e Axa per coprire una fetta dell’aumento - potenzialmente tra i 300 e i 400 milioni - potrebbe essere una condizione necessaria ma non sufficiente. Come peraltro indicato da Mps nei documenti pubblici servirà infatti anche il "feedback positivo" degli investitori perché l’accordo di pre-underwriting si trasformi in un vero e proprio consorzio di garanzia. L’esito non è scontato e non è detto che la fotografia che si avrà la prossima settimana sia nitida. Tra i fattori che giocano a favore di Mps - viene fatto notare - c’è il tema dei tassi, che sta spingendo tutto il comparto bancario, mentre il quadro macro (gas, guerra, inflazione e recessione) frena la propensione al rischio. Sarà importante vedere anche quale sarà l’esito delle elezioni in Italia, e come sarà accolto dal mercato, e quale l’andamento del comparto bancario nel suo complesso.