Mps, 500 esuberi sul tavolo Confronto con i sindacati

Oggi il primo round per trovare l’accordo sul fondo per i pensionamenti. Le previsioni sul bilancio semestrale, perdita contenuta a quota 57 milioni.

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di Pino Di Blasio

Pochi mesi fa a Rocca Salimbeni facevano i conti sui 400 dipendenti di Fruendo, tornati montepaschini, dopo anni di distacco nella società oggi di Accenture, e dopo una pioggia di ricorsi. Adesso, come nelle porte girevoli degli hotel, 500 dipendenti del Monte dei Paschi si preparano a lasciare il gruppo. In ossequio al piano di ristrutturazione, concordato con l’Europa, che prevede oltre 2000 uscite da qui a fine 2021.

Stamani ci sarà il primo incontro tra banca e sindacati a Rocca Salimbeni. Non ci saranno i rappresentanti di tutte le sigle, alcuni sindacalisti si collegheranno da remoto. E dall’altra parte del tavolo dovrebbe esserci Bruna Sandretti, la responsabile delle relazioni industriali, la numero due di Roberto Coita, capo delle risorse umane del gruppo Mps.

La trattativa, però, non si annuncia complicata. I sindacati sono consapevoli che la grana degli esuberi va gestita con raziocinio. Non è un brutto segnale che si cominci a parlare di altri tagli ai costi del personale, alla vigilia di un bilancio semestrale che sconterà, inevitabilmente, tutti i guai della pandemia. Tra i 500 esuberi sul tavolo, un centinaio di dipendenti potrebbero venire da quelli rientrati da Fruendo. In ogni caso, per tutti si tratterà di prepensionamenti, pagati con il fondo di settore. Sono accordi fotocopia, già siglati nei semestri precedenti, basati tutti sulla volontarietà dell’uscita. Con una platea di dipendenti montepaschini capace di coprire abbondantemente i 500 posti da tagliare.

Saranno confronti veloci, l’idea della direzione del Monte è far uscire i 500 dipendenti entro novembre, dicembre. Oggi si parte, poi si vedrà qual è l’aria che tira dalle parti della Rocca.

Anche la questione personale rientra nel capitolo ’grandi pulizie’ in vista di matrimoni sempre più annunciati, ma con nessuno sposo potenziale che muove il primo passo verso l’altare. E mentre analisti e giornalisti continuano a tratteggiare la ’danza immobile’ delle banche italiane, dopo il can can messo in scena da Intesa Sanpaolo con Ubi, che ha tolto dalla pedana l’alleata più ambita, in Borsa si registra la solita altalena. Ieri il titolo Mps ha chiuso con -5,75%, a 1,443 euro, con un capitalizzazione poco sotto 1 miliardo e 800 milioni.

Gli analisti di Mediobanca Securites, però, si aspettano da Mps una perdita contenuta nei mesi della pandemia, 57 milioni di euro nel periodo maggio-giugno, contro un rosso di 244 milioni nei primi tre mesi dell’anno. Nel 2019 l’istituto aveva registrato un utile di 65 milioni.

Se avranno ragione, il bilancio semestrale che l’ad Guido Bastianini presenterà il 6 agosto non sarà così brutto come era stato dipinto alla vigilia. Un altro tassello per fare più bella la promessa sposa Monte dei Paschi.