Morte nella cava, condannato a due anni

Rinviati a giudizio la proprietaria dell’azienda e l’uomo accusato di aver colpito l’operaio con una benna facendolo cadere giù

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Operaio morto nella cava a Rapolano, un geologo è stato condannato ieri a 2 anni per omicidio colposo con rito abbreviato dal gup Ilaria Cornetti. La proprietaria della Travertini Paradiso, difesa dall’avvocato Luigi De Mossi, e l’uomo che avrebbe movimentato la benna che, secondo la ricostruzione della procura, ha colpito Elvir Kamberovic, 36 anni, facendolo volare di sotto, sono stati rinviati a giudizio. Il processo si aprirà a giugno per i due imputati che, insieme al geologo difeso dallo studio legale De Martino, erano accusati a vario titolo di omicidio colposo e della violazione delle norme di sicurezza. La famiglia dell’operaio, che viveva ad Asciano, è invece già stata risarcita per cui non era presente ieri all’udienza. Si era affidata all’avvocato Luca Goracci.

L’infortunio sul lavoro in cui aveva perso la vita l’uomo, era accaduto il gennaio 2018. Una tragedia nella tragedia. Perché il 36enne era particolarmente benvoluto, oltre che esperto. Suo padre, infatti, aveva lavorato per anni nella stessa azienda. Lasciava inoltre due bambini. Era stato uno choc per i colleghi che avevano provato a soccorrerlo. Sul posto per gli accertamenti erano intervenuti i carabinieri della stazione locale. Soprattutto i vigili del fuoco, addirittura con gli esperti del Saf perché nella caduta Kamberovic era volato giù da un costone infilandosi nello spazio che era stato lasciato vuoto dalla lastra di travertino appena tagliata. Non c’era stato niente da fare per lui, nonostante l’intervento dell’ambulanza. Una vicenda che, al di là dell’aspetto giudiziario, ha lasciato il segno sotto il profilo umano perché dopo la morte c’era stata la mobilitazione da parte dei sindacati. Una manifestazione di protesta per richiamare l’attenzione sulle morti sul luogo di lavoro, invocando maggiore sicurezza. Ci fu un incontro con il rappresentante locale del Governo, venne inoltre effettuata una raccolta di fondi per aiutare la famiglia di Kamberovic.

Poi l’inchiesta, condotta dal pm Sara Faina, che è stata particolarmente complessa. A cui ha aggiunto elementi la perizia disposta dal gup Cornetti a seguito di elementi di novità emersi da quella di parte dell’ingegner Lastri a cui si era rivolto lo studio legale De Martino. Ieri la decisione del giudice a cui era stata anche presentata una memoria dall’avvocato Gianluca Gambogi di Firenze che difende l’imputato accusato di aver colpito l’operaio con la benna. Una tesi che viene rigettata: si conta di provarlo proprio nel corso del processo.

La.Valde.