I pm Antonio Nastasi e Aldo Natalini che insieme al collega Nicola Marini indagarono sulla morte di Rossi

di Laura Valdesi SIENA Due inchieste sulla morte di David Rossi della procura di Siena archiviate. Un suicidio quello del manager, la conclusione. Come ha confermato anche la relazione dei carabinieri del Ris incaricati dalla commissione parlamentare d’inchiesta che ha concluso i lavori per il termine della legislatura. L’ipotesi più probabile? Rossi si sarebbe lasciato cadere nel vuoto. Ma adesso c’è un’altra inchiesta che origina da quel volo fatale e vede indagati per falsità ideologica i tre magistrati titolari del fascicolo iniziale aperto appunto nel 2013. Si tratta di Nicola Marini, attuale procuratore capo facente funzioni, di Antonio Nastasi che è adesso a Firenze e di Aldo Natalini, da tempo al Massimario a Roma. Dovranno presentarsi davanti ai colleghi di Genova per essere interrogati in merito a contestazioni relative alla presunta mancata verbalizzazione della perquisizione, con annessa ispezione informatica e sequestro, dell’ufficio del manager. A riportarlo sono stati ieri Il Messaggero e La Verità. Gli interrogatori si svolgeranno nella caserma del nucleo della polizia economico finanziaria di Genova. Il primo dovrebbe essere Nastasi, mercoledì 16 novembre, quindi toccherà a Marini e a Natalini, giovedì 17 oppure venerdì 18. Entrambi assistiti dallo studio legale De Martino.  L’inchiesta prende avvio quasi un anno fa. "L’ufficio di presidenza della commissione – recitava una nota del 16 dicembre 2021 – ha deliberato la trasmissione al Consiglio superiore della magistratura, al procuratore generale presso la Cassazione e alla procura di Genova di copia dei resoconti stenografici, anche nella parte segreta, dell’audizione del colonnello dei carabinieri Pasquale Aglieco del 9 dicembre, di quella del luogotenente dei carabinieri Roberto Nesticò del 2 dicembre, dell’assistente capo coordinatore della polizia, Federico Gigli, del vice ispettore Livio Marini e dell’assistente capo coordinatore della polizia Federica Romano che si sono svolte il 25 dicembre". Audizioni, si disse all’epoca, da cui emersero dettagli interessanti soprattutto sui due sopralluoghi nell’ufficio di Rossi. Vennero anche inviati dalla commissione presieduta da Pierantonio Zanettin due ulteriori video del sopralluogo della scientifica e 61 foto non presenti nel fascicolo. Come si ricorderà, a scatenare il putiferio erano state le rivelazioni dell’ex comandante provinciale dell’Arma Aglieco che riferì del cestino con i bigliettini di Rossi rovesciato sulla scrivania, disse che Nastasi avrebbe risposto a una chiamata dell’onorevole Daniela Santanché al telefono del manager. Circostanze tutte smentite da Nastasi (e da riscontri, vedi quelli sulla telefonata), come pure dai suoi colleghi, nelle rispettive audizioni a Roma in commissione nel febbraio scorso. Niente cestino rovesciato, Aglieco non c’era nella stanza di Rossi con loro. Fra i quesiti posti ai carabinieri del Ris nell’ambito della maxi perizia sul caso proprio "un’attenta analisi del video e del materiale fotografico che ritraggono la stanza del Rossi dopo l’evento" descrivendo poi "con esattezza la posizione del cestino dei bigliettini" dove esprimeva l’intenzione di uccidersi. Comparando "gli oggetti nell’ufficio" ripresi dal primo video di Livio Marini con quelli filmati dalla scientifica. La giacca sulla poltrona, per esempio, risultava non più spostata.  I tre pm sono indagati poiché nel verbale del 7 marzo avrebbero omesso di attestare "che nelle ore precedenti e in particolare dalle 21.30 circa alla mezzanotte (del 6 marzo, ndr) avevano già fatto ingresso nella predetta stanza, prima che la stessa venisse fotoripresa dal personale della scientifica". Secondo l’accusa, avrebbero "manipolato e spostato oggetti senza redigere alcune verbale delle operazioni compiute e senza dare atto del personale di pg che insieme a loro aveva proceduto al sopralluogo". Nel fascicolo è confluita anche la relazione finale della commissione d’inchiesta.

Cronaca

di Laura Valdesi
SIENA
Due inchieste sulla morte di David Rossi della procura di Siena archiviate. Un suicidio quello del manager, la conclusione. Come ha confermato anche la relazione dei carabinieri del Ris incaricati dalla commissione parlamentare d’inchiesta che ha concluso i lavori per il termine della legislatura. L’ipotesi più probabile? Rossi si sarebbe lasciato cadere nel vuoto. Ma adesso c’è un’altra inchiesta che origina da quel volo fatale e vede indagati per falsità ideologica i tre magistrati titolari del fascicolo iniziale aperto appunto nel 2013. Si tratta di Nicola Marini, attuale procuratore capo facente funzioni, di Antonio Nastasi che è adesso a Firenze e di Aldo Natalini, da tempo al Massimario a Roma. Dovranno presentarsi davanti ai colleghi di Genova per essere interrogati in merito a contestazioni relative alla presunta mancata verbalizzazione della perquisizione, con annessa ispezione informatica e sequestro, dell’ufficio del manager. A riportarlo sono stati ieri Il Messaggero e La Verità. Gli interrogatori si svolgeranno nella caserma del nucleo della polizia economico finanziaria di Genova. Il primo dovrebbe essere Nastasi, mercoledì 16 novembre, quindi toccherà a Marini e a Natalini, giovedì 17 oppure venerdì 18. Entrambi assistiti dallo studio legale De Martino. 
L’inchiesta prende avvio quasi un anno fa. "L’ufficio di presidenza della commissione – recitava una nota del 16 dicembre 2021 – ha deliberato la trasmissione al Consiglio superiore della magistratura, al procuratore generale presso la Cassazione e alla procura di Genova di copia dei resoconti stenografici, anche nella parte segreta, dell’audizione del colonnello dei carabinieri Pasquale Aglieco del 9 dicembre, di quella del luogotenente dei carabinieri Roberto Nesticò del 2 dicembre, dell’assistente capo coordinatore della polizia, Federico Gigli, del vice ispettore Livio Marini e dell’assistente capo coordinatore della polizia Federica Romano che si sono svolte il 25 dicembre". Audizioni, si disse all’epoca, da cui emersero dettagli interessanti soprattutto sui due sopralluoghi nell’ufficio di Rossi. Vennero anche inviati dalla commissione presieduta da Pierantonio Zanettin due ulteriori video del sopralluogo della scientifica e 61 foto non presenti nel fascicolo. Come si ricorderà, a scatenare il putiferio erano state le rivelazioni dell’ex comandante provinciale dell’Arma Aglieco che riferì del cestino con i bigliettini di Rossi rovesciato sulla scrivania, disse che Nastasi avrebbe risposto a una chiamata dell’onorevole Daniela Santanché al telefono del manager. Circostanze tutte smentite da Nastasi (e da riscontri, vedi quelli sulla telefonata), come pure dai suoi colleghi, nelle rispettive audizioni a Roma in commissione nel febbraio scorso. Niente cestino rovesciato, Aglieco non c’era nella stanza di Rossi con loro. Fra i quesiti posti ai carabinieri del Ris nell’ambito della maxi perizia sul caso proprio "un’attenta analisi del video e del materiale fotografico che ritraggono la stanza del Rossi dopo l’evento" descrivendo poi "con esattezza la posizione del cestino dei bigliettini" dove esprimeva l’intenzione di uccidersi. Comparando "gli oggetti nell’ufficio" ripresi dal primo video di Livio Marini con quelli filmati dalla scientifica. La giacca sulla poltrona, per esempio, risultava non più spostata. 
I tre pm sono indagati poiché nel verbale del 7 marzo avrebbero omesso di attestare "che nelle ore precedenti e in particolare dalle 21.30 circa alla mezzanotte (del 6 marzo, ndr) avevano già fatto ingresso nella predetta stanza, prima che la stessa venisse fotoripresa dal personale della scientifica". Secondo l’accusa, avrebbero "manipolato e spostato oggetti senza redigere alcune verbale delle operazioni compiute e senza dare atto del personale di pg che insieme a loro aveva proceduto al sopralluogo". Nel fascicolo è confluita anche la relazione finale della commissione d’inchiesta.

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