Siena, 18 novembre 2022 - Due dei tre magistrati accusati di falsità ideologica nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla procura genovese dopo l’invio di documenti, quasi un anno fa, della commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di David Rossi, ieri sono stati interrogati a lungo. Ma il contenuto del faccia a faccia con i loro colleghi liguri, titolari dell’indagine, è stato secretato. Le risposte fornite dal procuratore facente funzione di Siena Nicola Marini e da Aldo Natalini, che adesso lavora al Massimario a Roma, restano dunque nel chiuso della stanza della caserma genovese della guardia di finanza scelta per svolgere gli interrogatori. Anch’essa rimasta segreta. E all’interno del fascicolo aperto dal procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati che ieri, insieme al sostituto Sabrina Monteverde, avrebbe posto le domande ai due magistrati. Come noto, il terzo dei pm che indagarono sulla morte del manager della comunicazione di Banca Mps, Antonio Nastasi, anch’esso accusato di falsità ideologica, per un impedimento mercoledì ha dovuto far slittare l’interrogatorio a Genova. Si dovrebbe svolgere, salvo novità, già la prossima settimana. Comunque sia entro fine novembre. Il contenuto di questo delicato passaggio dell’indagine, nata dall’invio della copia di diversi resoconti stenografici relativi ai lavori della commissione parlamentare presieduta da Pierantonio Zanettin, resta coperto da segreto. Certo è tuttavia l’argomento di cui si è per forza parlato. La contestazione che viene mossa ai tre pm – e di cui saranno stati chiesti chiarimenti dai magistrati liguri – riguarda il fatto che nel verbale del 7 marzo 2013 avrebbero omesso di attestare "che nelle ore precedenti e in particolare dalle 21.30 circa alla mezzanotte (del 6 marzo, ndr) avevano già fatto ingresso nella predetta stanza, prima che venisse fotoripresa dal personale della scientifica". Qui, sempre secondo la procura di Genova, avrebbero "manipolato e spostato oggetti senza redigere alcun verbale delle operazioni compiute e senza dare atto del personale di pg che insieme a loro aveva proceduto al sopralluogo". "Il fatto provvisorio sul quale mi si chiedono chiarimenti è a mio avviso completamente infondato – aveva commentato a caldo l’11 novembre scorso il procuratore Marini –; ho ricevuto l’invito a comparire che è comunque un atto dovuto se si vuole interloquire nel rispetto della procedura, pur se non comprendo, senza neppure entrare nel merito, come si possa a me contestare un verbale al quale non ho partecipato, né ho contribuito a redigere". Probabile, dunque, anche alla luce di quanto già dichiarato pubblicamente da Marini che gli avvocati che assistono i due pm ascoltati ieri, Enrico De Martino di Siena e Andrea Vernazza di Genova, chiedano subito l’archiviazione se l’accusa, come appunto ribadito sin dall’inizio dall’attuale procuratore di Siena, è infondata.