"La nascita di un figlio illumina giorni bui"

Stefano Mazzetti, 35 anni, contradaiolo del Poggiolo racconta la bella esperienza "A Nottola tutti bravissimi"

L'ospedale di Nottola

L'ospedale di Nottola

Montepulciano (Siena), 2 aprile 2020 - «In un momento buio come quello attuale la nascita di un figlio è luce. Una boccata di ossigeno". Brilla di felicità Stefano Mazzetti, 35 anni, poliziano della contrada del Poggiolo e contitolare di una ditta artigianale locale. Martedì sera, alle 22.37 precisa il neo papà, è venuto alla luce il suo Jacopo, un maschietto di 3 chili e 290 grammi che sta bene. "E’ il primo figlio, non dimenticherò questo giorno", prosegue mentre sta andando all’ospedale di Nottola a portare alla moglie Elisa alcune cose di cui ha bisogno. "Temevo di non poter assistere al parto – prosegue - vista le restrizioni. Invece mi hanno detto che sono stato uno degli ultimi fortunati". Non è stato facile da quando è scattata l’emergenza Covid-19. "Soprattutto a livello emotivo perché ogni giorno cambiavano le dinamiche. Per me la sconfitta più grande sarebbe stata non poter assistere alla nascita di Jacopo. Anche se in concreto non ho fatto nulla per Elisa era importante per lei la mia presenza. Un sostegno. Anche i corsi pre-parto erano stati sospesi, aveva frequentato solo qualche lezione. Di conseguenza le informazioni sono arrivate da amici che avevano vissuto la nostra stessa esperienza un anno prima". Il tempo scadeva il 7 aprile, dunque un lieve anticipo. "Martedì mattina ha avvertito un accenno di contrazione, alle 17,30 è apparso chiaro che stava succedendo qualcosa. Così siamo andati a Nottola prima di cena. Viste le restrizioni è entrata solo lei per gli accertamenti, io sono rimasto fuori dal pre-triage oltre un’ora. Poi è venuta a chiamarmi un’infermiera e, con i necessari accorgimenti, dalla mascherina all’amuchina, senza toccare niente, sono entrato nel blocco parto dove, dopo circa due ore di travaglio, è nato Jacopo. Non smetterò mai di ringraziare l’ostetrica Serena e il ginecologo Domenico Di Francesco, l’ospedale tutto per come è organizzato. Un plauso a chi rischia la vita per aiutarci". Si è commosso? "Moltissimo. Una sensazione unica. Non potrò vederlo ora ma venerdì dovrebbero rimandarli a casa. Va bene così. Mi attengo alle regole. Se resisto io alla voglia di vedere mio figlio che ha un giorno... rimaniamo a casa e usciremo prima dall’epidemia". © RIPRODUZIONE RISERVATA