La molecola immune al Covid, un aiuto da Tls

Rappuoli: "Abbiamo fornito a Mantovani e al suo gruppo di ricerca dei reagenti. Un contributo minimo, ma i rapporti sono ottimi"

Rino Rappuoli

Rino Rappuoli

Siena, 3 febbraio 2022 - Anche la Fondazione Toscana Life Sciences e Rino Rappuoli hanno contribuito alla scoperta della molecola attiva del sistema immunitario che è in grado di riconoscere e bloccare la proteina Spike di ogni variante conosciuta del virus SarsCov2, Omicron inclusa. Chiamata MBL (Mannose Binding Lectin), è funzionalmente simile a un anticorpo e per la sua attività antivirale potrebbe diventare una nuova arma contro il Covid. Pubblicata su Nature Immunology, la scoperta della molecola dall’immunità innata è stata fatta da un gruppo internazionale di ricerca coordinato da Alberto Mantovani e Cecilia Garlanda di Humanitas ed Elisa Vincenzi dell’Ospedale San Raffaele.

"La collaborazione con il gruppo di ricerca coordinato da Mantovani - racconta Rino Rappuoli - è cominciata un anno fa. Ma il contributo di Tls alla scoperta della molecola antiCovid, è minimo. Gli ho solo fornito dei reagenti con i quali Mantovani e gli altri ricercatori hanno potuto fare degli esperimenti". 

Perché è importante l’immunità innata? "Perché contribuisce a spiegare la ragione in base alla quale alcuni si infettano e altri no, alcuni sono più gravi e altri meno. L’immunità innata non rimpiazza i vaccini e gli anticorpi, ma ti a iuta a capire come la gente è protetta da infezioni". 

La molecola Mantovani protegge da tutte le varianti del virus? "Il gruppo dell’Humanitas e del San Raffaele ha trovato una delle molecole naturali che rispondono in maniera efficace alle infiammazioni e forniscono una protezione di base. Il cromosoma di cui si è parla è il pezzo di Dna dove sono state identificate queste molecole. Quella scoperta da Mantovani in teoria funziona contro tutto, anche contro la variante Omicron. Se non avessimo altro sarebbe un’arma utilissima. Ma oggi abbiamo vaccini e anticorpi che sono più specifici contro il virus. Abbiamo una prima linea di protezione che funziona". 

Sappiamo che non può parlare degli anticorpi monoclonali Tls, con l’arruolamento dei pazienti sospeso... "E’ una cosa che succede normalmente, l’aspetto più importante è non fermarsi mai nella ricerca". 

Il rapporto con Mantovani va in questa direzione? "Abbiamo solo fornito reagenti, la parte più importante della ricerca sull’immunità innata è sua. Con Mantovani il rapporto è ottimo. Ma la buona scienza funziona così: uno sa fare una cosa, l’altro è in grado di farne una diversa. Insieme si fanno le belle scoperte. La molecola sull’immunità aggiunge un altro pezzo di conoscenza alla cassetta degli attrezzi che abbiamo per sconfiggere il virus". Fabrizio Landi, presidente della Fondazione Tls e Tls Sviluppo, inserisce la collaborazione con il gruppo di Mantovani in una cornice più ampia. "Stiamo lavorando per rafforzare un sistema di relazioni scientifiche nazionali e internazionali. Ci sono tanti centri di ricerca che collaborano con noi, nessuno può essere autoreferente". 

Questo in vista anche della nascita della Fondazione Biotecnopolo? "Siena può dare forza al Biotecnopolo se collabora con il meglio della ricerca mondiale, con centri di ricerca che riconoscono il lavoro egregio. La collaborazione tra Tls e il mondo della ricerca milanese, da Humanitas al San Raffaele, è intensa. Il professor Mantovani è uno dei più grandi ricercatori al mondo nell’immunologia. In questa ricerca Tls ha dato un contributo minimo, domani potrebbe essere maggiore. Per il Biotecnopolo siamo in attesa dell’avvio delle procedure tra ministeri per l’elaborazione dello statuto".