Matteotti ’scacciato’ da Siena Il triste presagio nel Palio del ’23

Scurati lo racconta nel primo volume della trilogia ’M.’. Il deputato aggredito con la. moglie e portato alla stazione

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Mentre il secondo volume del trittico ’M’ di Antonio Scurati sta scalando le classifiche di vendita nelle librerie d’Italia, ritorna alla memoria un passo del primo volume ’M. Il figlio del secolo’, che non fa certo onore a Siena. Che fu la prima città protagonista di una contestazione violenta nel confronti di Giacomo Matteotti, quasi un anno prima del brutale assassinio del deputato socialista.

‘Giacomo Matteotti. Siena, 2 luglio 1923’: "aggredito con mia moglie Velia e costretti a scappare senza assistere al Palio". È la pagina del diario di Matteotti che torna al 2 luglio 1923. Scurati racconta con dovizia cosa accadde. Ricostruisce la visita di Matteotti e di sua moglie Velia, pronti a dimenticare le amarezza parlamentari, politiche e di una vita di coppia complicata dalla passione del deputato, inebriandosi delle atmosfere del Palio. Matteotti critica anche certe posizioni di altri deputati socialisti contrari alla Festa senese. E poi c’è la questione del popolo: è l’anima del Palio ed era la comunità di riferimento del deputato socialista. Scurati però incappa in un paio di errori. "È dal 1644 che questi dodici cavalli maremmani si danno battaglia in Piazza". L’errore è nel numero, 12 invece di 10 barberi. Qualche riga oltre parla di persone vestite con i colori delle contrade; ’il nibbio, l’oca, l’istrice, forse l’onda’: facile capire che nibbio sta al posto di Nicchio, ma purtroppo l’autore non è stato il primo, né l’ultimo a sbagliare i nomi delle Contrade.

Ciò che Antonio Scurati racconta mirabilmente è la cornice del 2 luglio 1923. Doveva essere una giornata particolare per Siena: l’ospite d’onore era il ministro dell’Istruzione Giovanni Gentile. Le autorità cittadine volevano convincerlo dell’importanza dell’Università, dissuaderlo dall’idea di chiuderla.

Giacomo Matteotti era venuto i incognito a Siena: il deputato socialista aveva attaccato duramente Mussolini in Parlamento con interrogazioni sui bilanci dello Stato e le violenze degli squadristi. Alcuni fascisti senesi riconobbero il deputato socialista, lo aggredirono con insulti e spintoni alle Logge della Mercanzia. Le forze dell’ordine non intervennero, ma il prefetto accompagnò la coppia alla stazione ferroviaria e mise Matteotti e la moglie sul treno per Roma. Il giorno dopo, sul giornale fascista ’La Scure’, uscì un articolo macabro e profetico. "La verità è che tali esseri sono lasciati provvisoriamente in circolazione, la rivoluzione fascista o prima o dopo li acciufferà e allora alla morte civile seguirà anche quella corporale. E così sia".

Antonella Leoncini