Malore fatale per noto ristoratore. Addio a Michele, 'il re dei Terzi'

Tanti vip a cena nella sua Enoteca. Quella sera con gli Obama

Michele Incarnato (immagine da Radio Siena Tv)

Michele Incarnato (immagine da Radio Siena Tv)

Siena, 20 novembre 2018 - ​ Si chiamava  Michele Incarnato, aveva 56 anni ed era nato a Deliceto, un piccolo paese della provincia di Foggia. Iscritto alla facoltà di Scienze Bancarie nel 1981, studi sacrificati sull’altare della passione per la cucina, padre di tre figli, il più grande dei quali ha 31 anni, il più piccolo 7. Per tutti lui era Michele dei Terzi. Il re incontrastato dell’Enoteca che ha aperto, più di venti anni fa, nel punto dove si incrociano i Terzi, vicino Piazza Indipendenza, lì dove una volta c’era una gioielleria. In uno spazio suggestivo, scavato nella pietra, Michele ricavò un locale che in poco tempo è diventato il ritrovo di tutta la politica e la finanza, nazionale e internazionale. Un posto dove si decidevano carriere ed elezioni, candidature e promozioni. Ci sono passati tutti, tanti ‘grandi’ e presunti tali si sono seduti a quei tavoli, circondati da vetrine piene di bottiglie, pronti a gustare la sua cucina e a levare i calici di vini da gran premio. Che facevano da corollario ai ‘giochi di potere’ della Siena felix del decennio d’oro.

Michele non ha mai recitato il ruolo di anfitrione dei grandi, di coppiere del potere. Aveva un disincanto e un’ironia beffarda, capace di smontare qualsiasi supponenza. Eppure ne aveva di storie da raccontare, le riservava ai suoi tanti amici. Divertenti quelle serate con Gerard Depardieu, tra Parigi e Fontanafredda. Rigorose quelle cene con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che fu squisito, a suo dire. Pirotecnica, soprattutto per i tanti giornalisti che erano lì fuori, la cena con Barack e Michelle Obama, il 23 maggio dell’anno scorso. L’ex presidente ospite dell’ambasciatore americano John Phillips a Borgo Finocchieto, decise di cenare con Michelle all’Enoteca I Terzi, dopo una visita al Facciatone. Chiunque avrebbe tappezzato il locale di foto dell’ospite illustre. Non lui: di quella serata con gli Obama c’è solo una foto dietro la porta d’ingresso dell’Enoteca. Quasi nascosta, c’è Barack Obama che abbraccia chef e camerieri dell’Enoteca. Michele è l’ultimo a destra, schivo come suo costume. Oltre all’Enoteca, Michele è stato anche direttore delle Tenute di Fontanafredda, in Piemonte, quando erano patrimonio del Monte dei Paschi e lui aveva bisogno e voglia di lasciare Siena per un po’. Tornò più carico e con più progetti di prima, sempre con l’Enoteca al centro. E poi con la sua nuova famiglia e due bimbi splendidi.

Michele Incarnato era un amico. Sin dai tempi in cui il futuro era tutto da disegnare, da costruire, da inventare e tutto era possibile. La sua vita è stata un’altalena di momenti felici e altri dolorosi. Aveva superato guai di salute, senza perdere il suo sorriso amarognolo. Fino all’altra sera, quando si è sentito male in casa, colpito da un ictus. La sua compagna ha chiamato i soccorsi, lo hanno portato al Policlinico, intubato, poi trasferito in rianimazione. Ieri sera sono partite le procedure per l’espianto, tra le sue ultime volontà c’era quella di donare gli organi. Addio, Michele. Nel tuo ultimo viaggio ti accompagnino le lacrime di chi ti ha voluto bene. Ci sono anche le mie.