Le donne di ’Malamore’ al Politeama: "Troppe violenze, è drammatico"

Lucrezia Lante della Rovere porta in scena diverse protagoniste femminili e i loro ’amori sbagliati’

Le donne di ’Malamore’ al Politeama: "Troppe violenze, è drammatico"
Le donne di ’Malamore’ al Politeama: "Troppe violenze, è drammatico"

In scena donne e amori sbagliati, dove è "necessario non alzare troppo la soglia dell’asticella del dolore, la resistenza, perché alla fine il rischio è di soccombere". Parola di Lucrezia Lante della Rovere che firma la mise en espace de ’Le Donne di Malamore’ e che si pone una domanda di non poco conto: "Come mai si sentono così poco le voci degli uomini sul tema della violenza sulle donne". Pensieri e riflessioni sotto i riflettori, giovedì 23 alle 21 al teatro Politeama di Poggibonsi, con il contributo dei Comuni dell’Altavaldelsa e del locale Centro pari opportunità. Tratto dal romanzo ’Malamore’ di Concita De Gregorio per la regia di Francesco Zecca, lo spettacolo racconta la condizione femminile in un presente ancora segnato dalla violenza.

Lucrezia Lante della Rovere, cosa si racconta?

"Raccontiamo una serie di ritratti di donne che scambiano l’amore per il malamore che è una cosa tipica delle donne, del mondo femminile e soprattutto in un periodo storico, ahimé, dove succedono un sacco di femminicidi. Il tema è la capacità delle donne di resistere al dolore, quindi dico amori sbagliati".

Chi sono le donne di ’Malamore’?

"Sono donne comuni, ma anche celebri. Si parla di Dora Maar, la compagna di Picasso, vittima del narcisismo dell’artista. Di Louise Bourgeois, la scultrice dei ragni, una donna che si è salvata attraverso l’arte che fa parte di una generazione dove c’era un grande maschilismo, dove la madre subiva le amanti di lui e Louise è riuscita a sublimare tutto quanto".

Uno spaccato davvero ricco che prosegue ancora?

"Certo. Si racconta di una ragazzina prostituta che fa finta di essere felice, laureata, con contratti a breve tempo e con 600 euro al mese di stipendio che decide di fare la prostituta ma dice ’non sono una puttana’, sostenendo che è una disfunzione del sistema. C’è la storia vera della giovane cinese Luo, una vicenda della Cina rurale dove le donne non sono un buon investimento e una favola catalana molto divertente di una topolina che si innamora di un gatto, se lo sposa e promette di cambiarlo ma lui alla fine se la mangia".

Lo spettacolo è longevo, ma nonostante il tempo il tema è purtroppo di grande attualità.

"Quello che leggiamo sui giornali è drammatico e sarebbe interessante sapere cosa ne pensano i maschietti, sarebbe meglio farci sentire tutti quanti insieme e non solo le donne. Non bisogna mai abbassare la guardia ed è il motivo per cui faccio ancora questo spettacolo".

Fabrizio Calabrese