"L’Ateneo più antico con un grande futuro"

Il rettore Di Pietra apre il suo mandato con l’apertura del 782° anno accademico. "Biotecnopolo e progetti Pnrr, tante risorse alla ricerca"

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"Mi riterrei soddisfatto a lasciare al mio successore un ateneo decisamente avviato verso il completamento di tutte le realizzazioni accennate e di tutti i cambiamenti presenti in questo programma di mandato. Lo possiamo fare e lo faremo insieme!". Parte dal finale della relazione del neorettore Roberto Di Pietra l’odierna narrazione dell’inaugurazione del 782° anno accademico dell’Università degli Studi. Una cerimonia emotiva quanto rigorosa: dalla lucida esposizione ’per punti’ del rettore-economista, all’estro del professor Lorenzo Fattorini che ha raccontato 30 anni di ricerca di uno statistico alle prese con la biodiversità; alle critiche ancora della rappresentante degli studenti su situazione mense e residenze; fino alla lectio scientifica del professor Alberto Mantovani e la sua metanarrazione delll’immunologia.

Il rettore Di Pietra si pone in un percorso virtuoso, fra Riccaboni e Frati: fra colui che ha superato "situazioni di profonda criticità" e colui che gli ha consegnato "un ateneo solido e tante iniziative per il futuro". "Sento l’appartenenza al mio Ateneo - inizio emotivo per Di Pietra -, nel senso che essendone stato studente e poi docente sento di appartenere ad esso. Orgoglio di chi sa di essere parte di una delle 5 ’magnifiche’ Università italiane più antiche al mondo con 782 anni di storia".

In pochi minuti si è alla relazione, che non contempla "forme di erudizione" o citazioni letterarie ma preferisce "la rapidità e l’esattezza di esecuzione". E sfila l’esposizione ’per punti’, tre: progetti in corso con impatto sul futuro; programma di mandato; primi passi per la sua realizzazione. Fra i progetti in corso e per il futuro, il rettore ripercorre gli otto progetti di ricerca, fra cui tre Centri nazionali, che hanno carpito 60 milioni di euro di fondi Pnrr e coinvolgeranno 200 ricercatori dell’ateneo; poi il coinvolgimento nelle attività del Biotecnopolo ed hub antipandemico nazionale, "l’opportunità di uno sviluppo scientifico e tecnologico di importanza strategica per il Paese"; la costruzione del Polo Didattico delle Scotte per circa 23 milioni di euro; la realizzazione di un ingente piano di interventi edilizi (16 milioni) e di efficientamento energetico (20 milioni).

Il programma di mandato "è stato costruito - dice il rettore - attorno ad un’idea di futuro orientata al lungo termine (il claim era #Unisi2030). Non possiamo e non vogliamo essere diversi dalle nostre caratteristiche. L’Università di Siena è un ateneo statale, di medie dimensioni, multi-vocale e che svolge le sue attività principalmente in presenza". Per quanto riguarda la dimensione media dell’ateneo, "dobbiamo ricominciare a crescere, nel numero degli studenti (17mila), nelle possibilità di carriera di docenti e personale (1.500)": con riorganizzazione dell’offerta didattica, aggiornata ad oggi. "In queste settimane sto provando una gioia irrefrenabile nel vedere corridoi e aule piene di studenti". La razionalizzazione della struttura organizzativa passa attraverso l’efficentamento, di numeri e attività: "Il reclutamento non può modificare la dimensione complessiva a fronte di pensionamenti previsti. Occorre procedere ad un reclutamento mirato a posizioni ben identificate".

Infine un accenno ai rapporti istituzionali: "Il territorio di cui è parte l’Università - ancora il rettore - può e deve esprimere molteplici poli di eccellenza e lo possiamo fare solo percorrendo una stretta collaborazione con tutti gli attori pubblici e privati".

La cerimonia di inaugurazione, aperta dal corteo e dal ’gaudeamus igitur’ degli studenti, si chiude con il ricostituito Coro di ateneo, diretto dalla professoressa Elisabetta Miraldi.

Paola Tomassoni