La Vernaccia sposa il Chianti classico

Dalla fusione tra la Cantina di Certaldo e la Cantina di Poggibonsi nasce Vini di viticoltori toscani (Vivito). .

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di Marco Brogi

Un grande bianco, la Vernaccia, e un grande rosso, il Chianti Classico, hanno unito le forze ed è nata Vivito (Vini di viticoltori toscani), con 30 dipendenti e 700 soci, la più grande cantina cooperativa della Toscana. La fusione vede protagoniste la Cantina di Certaldo, il primo produttore della Vernaccia di San Gimignano, e la Cantina Colline del Chianti di Poggibonsi. La nuova creatura viaggia forte dei suoi oltre 105mila quintali di uva lavorata, di un patrimonio di 9,5 milioni di disponibilità liquide per 2,2 milioni, di un valore della produzione pari a 12,5 milioni a fronte di 1,7 milioni di capitale sociale. Inoltre, cosa non trascurabile, le due cooperative non hanno un euro di debito con le banche.

L’invidiabile biglietto da visita delle due aziende parla di 1.250 ettari di superfici vitate dei soci a cui si aggiungono i 400 ettari di proprietà delle aziende agricole di Montagnana e Scarna, portate in dote a Vivito dalla fusione, di una produzione di Chianti, Chianti Classico e Vernaccia e di numerosi Igt, di 200mila bottiglie messe in commercio, di qualcosa come 70mila ettolitri di vino sfuso. In arrivo un investimento di 700mila euro per la riqualificazione dello stabilimento di Poggibonsi, l’acquisto di macchinari per 18mila euro, reimpianti, il potenziamento delle aziende agricole e della formazione. " E’ un percorso iniziato prima della pandemia – racconta Davide Ancillotti, indicato come presidente di Vivito e alla guida della Cantina di Certaldo –. Entrambe le strutture operano con un margine remunerativo e senza debiti. I soci potranno contare su più stabilimenti, maggiore potere d’acquisto e stoccaggio, maggiore capacità logistica e finanziaria, cioè su maggiori possibilità di reddito". Soddisfatto anche Malcolm Leanza, presidente della Cantina Colline del Chianti: "Ogni investimento sarà veicolato in un soggetto cooperativo capace di rappresentare una quota rilevante delle produzioni della Val d’Elsa, del Chianti Fiorentino, del Chianti Senese e dei territori contigui. Vogliamo azionare il meccanismo di moltiplicazione delle potenzialità e delle capacità già dimostrate nel corso della lunga storia delle due strutture. Alcuni prodotti subiranno un cambiamento nella percezione e nella domanda".