La Valdorcia invoca l’aiuto dell’Unesco

I sindaci di Pienza e Trequanda pronti a contrastare la Carta dei siti per i depositi radioattivi. Machetti: "L’area è nel nostro territorio"

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di Massimo Cherubini

Sale alto, compatto, il coro di proteste sull’inserimento nella ’Carta Nazionale delle aree potenzialmente idonee a smaltire scorie nucleari’. E intanto il sindaco di Pienza, Manolo Garosi, scrive all’Unesco per chiedere di formulare le osservazioni al piano, previste dalla legge, in modo unitario. Gli amministratori di Pienza e di Trequanda stanno studiando le carte per impedire che le territorio di questi comuni possa essere realizzato un simile sito. "Guardando attentamente le carte - dice Manolo Garosi - abbiamo certezza che l’area individuata ricada totalmente nel territorio comunale di Trequanda. Ma è come se fosse a Pienza, nel nostro territorio. Dista, infatti, meno di due chilometri. Tutto ciò è relativo, noi ci sentiamo offesi da questa ipotesi come lo sono amministratori e cittadini di Trequanda. Per questo ci opporremo con tutti i mezzi che la legge ci mette a disposizione".

"Sì - conferma Roberto Machetti sindaco di Trequanda –, l’area individuata (circa 180 ettari n.d.r.) cade totalmente nel nostro territorio. Riteniamo di essere sufficientemente forti per poter respingere questa malsana idea. Malsana sia per i valori paesaggistici, enogastronomici, storici del nostro paese, sia per la storia, le tradizioni, che custodiamo. Il grande sostegno arrivato, in modo spontaneo, da tantissime parti, ci dà forza. Il fronte del no è davvero ampio, ora dobbiamo ottenere in fretta l’esclusione da quell’elenco che ci vede, comunque, bontà di chi l’ha fatto, in seconda fascia. Ma ci sentiamo comunque offesi solo perché l’area è stata inserita in quella Carta".

Fronte unanime, i no e le proteste arrivano da ogni parte. Il senatore Riccardo Nencini, presidente della commissione cultura, scrive: "Val D’Orcia area per lo smaltimento di scorie nucleari? Si vive su Marte! Chi ha inserito nella carta questa zona vive su un altro pianeta. Sarebbe come prevedere una rampa di lancio missilistica in Piazza del Campo. Assurdo, bene hanno fatto i sindaci a reagire compatti. Ascolterei volentieri le motivazioni da parte di chi ha redatto quella Carta. Venga a spiegarle in pubblico".

"Mi unisco - scrive il deputato di Italia Viva, Cosimo Maria Ferri - alla protesta del presidente della Toscana e chiedo al Governo di rivedere questa indicazione, di fare chiarezza e di non distruggere il fascino e la natura di questi territori". Anche il gruppo del PD in Consiglio regionale si dice, per bocca del capogruppo Vincenzo Ceccarelli "assolutamente solidale con i sindaci del territorio". Con i consiglieri che annunciano: "Abbiamo già predisposto un atto consiliare per rafforzare la posizione già espressa dal presidente Giani e dall’assessore all’ambiente Monni".

Donatella Cinelli Colombini, signora del Brunello e presidente del Consorzio Valdorcia afferma: "Sbalordisce che le colline fra Pienza e Trequanda siano state scelte come uno dei 67 siti favorevoli, in tutta Italia, per la creazione del deposito di scorie radioattive". Poi osserva che non esiste una reale corrispondenza tra i valori e i parametri stabiliti per determinarli. "Ancora più stupefacente - conclude - è il contrasto fra la normativa di vincoli a tutela del paesaggio, che è strettamente rispettata dai cittadini, e un progetto con 90 costruzioni di calcestruzzo". In una lunga lettera aperta, inviata al presidente della Regione, la presidente provinciale di Italia Nostra, Laura Comi, esorta Eugenio Giani "a far sentire alta la sua voce, affinché le sue corde vibrino di sdegno sincero per tutto ciò che abbiamo malauguratamente potuto conoscere. Ci aiuti signor Presidente; ci difenda. Lei può farlo!".