La serenità è un’essenza del Palio

Una foto una storia Lo scatto di Mattioli con tre barbereschi alla Tratta per la Carriera d’agosto del 1983

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Quanta storia in questa foto che mostra la bellezza della vera convivenza del Palio: da sinistra Antonio Benocci, non ancora barberesco del Drago ma già uomo di cavalli, Leonardo Giorgi, scelto dal Capitano della Lupa per andare a prendere il cavallo, attuale barberesco e uno dei protagonisti del recente cappotto. E poi il mitico Mario Fracassi, barberesco di Vallerozzi già da molti anni e che di solito andava lui direttamente a prendere il barbero toccato in sorte.

Questa foto di Mattioli, che si riferisce alla mattina della tratta del Palio del 16 agosto 1983. Per la cronaca alla Lupa toccò in sorte Chicco de Ureco su cui Vallerozzi montò il Pesse mentre il Drago non partecipava. Una foto che mostra l’equilibrio, la serenità di certi personaggi che hanno fatto e fanno la storia. Antonio Benocci è stato barberesco bivittorioso, tenente e presidente di Società. Chi lo conosce sa che quando c’è da rimboccarsi le maniche è sempre presente in Camporegio, oltre ad essere un appassionato e collezionista di storia patria e un abile incisore. Mario Fracassi è la memoria della Lupa, oltre ad essere un esperto ed appassionato di cavalli. Anche oggi è sempre presente, come proprietario, a tutte le corse che girano attorno alla nostra Festa.

Il Palio si regge anche per particolari equilibri fra i diversi rioni e fra i diversi personaggi. Il rispetto si fonde alla stima ed oltre la necessaria rivalità in piazza, tutto scorre attraverso rapporti che vivificano proprio il senso dell’originalità della nostra comunità. Tutte le generazioni che ci hanno preceduto ci hanno insegnato con l’esempio che il dialogo nasce da un atteggiamento di rispetto verso altre persone, dalla convinzione che l’altro abbia sempre qualcosa di buono da dire. Si tratta di fare spazio nel nostro cuore, al suo punto di vista, alla sua opinione e alle sue proposte. Ma per dialogare bisogna sempre abbassare le difese, aprire le porte ed offrire calore umano.

Per questo il vero Palio è un campo aperto, è un modo di interpretare la vita, il coraggio, il dolore, il tempo fino alla morte che qui acquista un valore un po’ diverso, annacquata dalla memoria. Il Palio non si spiega fino alla sua più intima essenza. Non resta che mostrare questa foto e sperare nella spontanea sensibilità di chi ci legge. E se capisse davvero certe critiche alla Festa non arriverebbero più.

Massimo Biliorsi