La provocazione di Stanghellini: "Mai pensato a ristori per le Società?"

Il coordinatore dei presidenti spiega: "Un aiuto fa comodo ma l’importante è ripartire"

di Angela Gorellini

SIENA

"Mi domando se mai qualcuno, il sindaco De Mossi, l’assessore Tirelli o il Magistrato delle Contrade abbia mai pensato a una qualunque forma di ristoro per le società di Contrada che, per effetto del Covid-19, hanno subìto grandissime perdite oltre che morali economiche". A porre l’interrogativo, con curiosità e anche un briciolo di provocazione, è l’ex capitano della Tartuca Pierangelo Stanghellini. "E’ chiaro che non stiamo parlando di esercizi commerciali – ha spiegato – ma si tratta comunque di attività che vivono degli introiti dei bar, delle cene, di eventi organizzati, sociali e culturali. Le Contrade fin dall’inizio hanno sempre rispettato con rigore le disposizioni anti contagio e sono chiuse ormai da tantissimo tempo. Per questo mi chiedo se qualcuno abbia pensato a una qualsiasi forma di sostegno economico".

La risposta arriva dal coordinatore dei presidenti delle stesse società di Contrada Giampaolo Betti. "Abbiamo affrontato questo ragionamento – ha sottolineato –, cercando di capire se fosse possibile ricevere dei ristori alla stregua dei circoli ricreativi, essendo comunque attività portate avanti da ‘volontari’. Ma non ci rientriamo. A confermarlo anche i commercialisti a cui si sono rivolte alcune Consorelle".

"Stiamo vivendo una situazione molto particolare - ha proseguito Betti - e un aiuto economico farebbe comodo a tutti. Ci sono tanti esercizi in difficoltà che hanno bisogno di ristori. La cosa che a noi più interessa, adesso, è riaprire, tornare a vivere la quotidianità. Ovviamente nel rispetto della sicurezza di tutti".

La prima chiusura delle diciassette società di Contrada è registrata in data 8 marzo 2020, quando il Magistrato comunicò la decisione presa "al fine di promuovere un comportamento conforme alle disposizioni emanate dalla presidenza del Consiglio".

In estate, quando il peggio sembrava ormai essere alle spalle, l’allentamento. Poi la nuova stretta con misure più rigide. Fino allo scorso 27 ottobre, quando dallo stesso Magistrato venne ufficializzata la dolorosa ma inevitabile scelta (presa all’unanimità) di chiudere di nuovo le porte dei locali di Contrada, in conformità al dpcm del periodo. "E’ la socialità che ci manca, vogliamo ripartire", ha chiuso Giampaolo Betti.

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