"La Pantera vuole vincere Dentro i cavalli migliori"

Il neo capitano Ghelardi strizza subito l’occhio a Scompiglio e Gingillo "Tittia? C’è sempre stato rispetto a livello personale. Battibile? Deve esserlo"

di Laura Valdesi

SIENA

"La promessa fatta ai panterini in assemblea è di stare assolutamente sul pezzo. Sanno il mio approccio mentale alle cose. Vorrei che la caratteristica che mi riconoscono diventi la ’cifra’ del mandato: determinato, convinto e stimolante. Ci attende davvero un’annatona". Un Franco Ghelardi lancia in resta, dunque. Torna al timone come capitano dopo oltre un decennio ma senza guardare al passato, sebbene le cose imparate siano state messe in cascina. Piuttosto con grande voglia di costruire. "Sono 17 anni che la Pantera non vince – prosegue come un fiume in piena –, ora dobbiamo riportare il Palio in Stalloreggi. Nel 2023 corriamo di diritto una volta, vedremo se la fortuna ci guarderà. Credo sia il momento giusto per sfruttare la compattezza e il comune sentire, a luglio eravamo 1100 alla cena della prova generale. La Contrada c’è, più di altre volte".

Ghelardi affiancato da uno staff con mangini di varie età.

"Puntiamo al rinnovamento generazionale, è fondamentale. Personalmente mi sento nella piena energia mentale e fisica: svolgo un lavoro stressante, voglio vivere questa esperienza da capitano certo con massima serietà ma anche con quel divertimento che deve fare parte della Festa, condividendolo con la Contrada".

La sensazione tornando dopo oltre 10 anni.

"Riparto con lo stimolo giusto a livello personale. L’impegno è di essere un capitano ’da corsa’".

Subito accettato il mandato?

"Sì. Anche perché è stato chiesto in un modo che non potevo rifiutare. Quando la Contrada chiama o hai dei motivi per non rispondere oppure non puoi dire no. Sono stato messo nella condizione di essere contento di fare il capitano. Ho trovato i mangini in dodici ore".

Rileggendo l’intervista a La Nazione che venne fatta in occasione della prima elezione nel dicembre 2009, Ghelardi diceva che la Pantera avrebbe mantenuto l’orizzonte aperto verso due professionisti: Scompiglio e Gingillo.

"Era un altro momento, scenario diverso. Ora c’è grande entusiasmo ma anche maggiore responsabilità avendo la Contrada in piena sintonia. Quanto a Scompiglio e Gingillo continueranno ad essere punti di contatto e riferimento, con rispetto anche per Tittia con il quale esiste un bel rapporto a livello personale. Tornando ai fantini, però, vorrei anche cercare di essere promotore di nuovi inserimenti. Abbiamo l’Aquila che corre due volte, però il ricambio va generato".

Un giovane fantino di Contrada?

"Per ora no. Dobbiamo essere aggressivi, puntando ai migliori".

Quanto è cambiato il Palio dopo il vuoto lasciato da Brio?

"Molto. Si è visto in modo superiore a quello che immaginavo dopo la disgrazia di Andrea. Un vuoto che ha cambiato gli equilibri, era un pezzo di Palio. ’Se fai il capitano ci si ritrova’, mi diceva. Non sarà possibile ma le esperienze vissute con lui sono state una bella palestra. Con il cuore sono rimasto al 17 maggio 2021".

Va ritoccato il Protocollo dei cavalli sanzionando chi non li porta per evitare un Provenzano 2022 bis?

"C’è un doppio aspetto: da un lato occorre un regime più gratificante per i proprietari ma più stringente rispetto alla presentazione dei cavalli. Non solo sanzioni, anche incentivi".

Violenta verrà scartata per manifesta superiorità?

"C’è anche Tale e quale... Vorrei fare il Palio con tutti i cavalli buoni, questa la mia visione. Addestriamoli e creiamo un lotto più qualitativo possibile. Chiaro, ci vuole coraggio e al contempo paura. Ma chi intende imbrigliare e organizzare il Palio in modo lineare il più delle volte sbaglia".

Tittia è battibile?

"Sono tutti battibili i fantini. Deve esserlo, occorre trovare gli strumenti per superarlo".

Cosa dice all’Aquila?

"Siamo leali ma combattivi. In due sono 48 anni che non si vince, preferivo prima quando c’era alternanza nei successi. Più stimolante".