"La mia ultima vittoria per il record Palio bellissimo, a prova di nerbo"

Andrea De Gortes, re Aceto, e il 14° trionfo per l’Aquila. "La cena al Duomo è stata indimenticabile"

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Andrea DeGortes per l’anagrafe, per il resto del mondo è solo Aceto. Il fantino del Palio che costringeva i premier e le star a rendergli omaggio a casa sua ad Asciano e ascoltare parole senza timori reverenziali. L’unica frase un po’ umile pronunciata da Aceto è stata: "Solo Panezio è più bravo di me".

Cosa ricorda di quella vittoria del 1992?

"Mi ricordo tanto, tutto. Era il mio quattordicesimo Palio vinto, una corsa lottata fino alla fine, una vittoria meritata".

E’ anche la vittoria del record, del sorpasso su Angelo Meloni, detto Picino..

"Il record di vittorie era un sogno, pensavo mi stesse sfuggendo. Dicevo sempre di essere convinto che l’avrei battuto, era solo una questione di tempo. Ma in cuor mio mica ero così sicuro. Poi venne quel 3 luglio del 1992, un Palio bellissimo. Non credo che se ne vedranno ancora di così belli, nessun fantino rischia squalifiche pesanti".

Si riferisce al duello di nerbate con Legno e la Pantera?

"Per me fu il massimo. Ricordo le nerbate con Legno. All’inizio non lo presi in considerazione, gli dicevo ’guarda che ora arrivo io’. Ci siamo scambiati un sacco di nerbate, ma ero sicuro che sarei riuscito a batterlo".

Solo perché Legno cadde...

"Il suo cavallo era più veloce del mio, ma non reggeva tre giri. Lo avrei acchiappato anche non cascava. Non poteva esserci un’ultima vittoria migliore di quella. Peccato che finora lo è anche per l’Aquila".

Ricorda le feste in Contrada?

"Meravigliose, soprattutto la cena della vittoria al Duomo. Mi ricordo momenti belli. Hanno contribuito a fare di Aceto un personaggio ancor più noto".

Cosa le ha dato il record di vittorie nel Palio di Siena?

"Si parla di una cosa che hanno inventato 500 anni fa. Ma a differenza di quello che c’è scritto nei libri, i miei successi sono veri. Per uno che fa questa professione è la cosa più importante. Oltre alla notorietà, il Palio mi ha dato tutto. Mi ha dato la possibilità di vivere discretamente; non è poco per uno che guardava le capre in Sardegna, che lavorava nelle scuderie alle Capannelle, prima che sor Ettore Fontani mi portasse a Siena".

Non teme che un giorno possa essere battuto il record?

"Ci ha provato il Bruschelli, ormai si è fermato. Mi sembra difficile vinca un altro Palio, e poi al massimo può pareggiare. Gli altri? Sono bravi, magari anche più di me. Ma sopra i 40 anni un fantino non vince più così facilmente. Forse perché pensa troppo prima di curvare".

Aceto cos’ha dato al Palio?

"Anche se Siena ci sforma, io ho fatto conoscere il Palio nel mondo. Non l’ho inventato io, sicuramente non l’ho peggiorato. Sono stato il personaggio che era il simbolo del Palio, che riusciva a far parlare tutti della Festa. I senesi capiranno adesso cosa vuol dire un anno senza Palio".

Pino Di Blasio