La mafia adesso ha cambiato ’abito’ Volti rassicuranti e vie della finanza

L’allarme del prefetto Forte e di ’Libera’ ricordando con le istituzioni Falcone e Borsellino alla Lizza. I giovani delle Contrade: "Se ogni giorno è legalità ogni domani sarà rispetto. Questione di mentalità"

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di Laura Valdesi

SIENA

"Lo Stato c’è e ci sarà sempre. Oggi la mafia ha scelto la strada dell’inabissamento e si presenta con il volto rassicurante dei professionisti. Occorre lavorare molto, soprattutto in questo periodo di grande attivismo economico e di ampiezza di risorse legate al Pnrr per riaffermare, tutti uniti, la legalità". Così il prefetto Maria Forte si rivolge ai giovani – "siete la nostra speranza per il futuro" – e alle autorità nel 30° anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio celebrato davanti al tribunale, accanto all’olivo con i simboli delle Contrade piantato lo scorso anno. Una cerimonia semplice ma densa di significati. Che inizia con l’appello del sindaco Luigi De Mossi, "ciascuno nel proprio piccolo, a garantire la legalità", sottolineando il nuovo volto della mafia, "sotto traccia e non meno insidioso, che agisce magari attraverso la finanza". "Questa giornate non siano solo eventi commemorativi – invita il cardinale Augusto Paolo Lojudice (partito poi per Roma dove si fa il suo nome per la Cei, ndr) –; Siena ha già testimoniato come si può essere giovani in maniera impegnata". Ammette il vice presidente della Provincia David Bussagli "che non ci sono territori impermeabili alla criminalità organizzata" e che "la legalità, come amministratori pubblici, si tutela con lo spirito di servizio". "Non ce la possiamo fare da soli, insieme alle forze di polizia, – sottolinea il presidente del tribunale Roberto Carrelli Palombi che all’epoca delle stragi era da poco magistrato – a riaffermare la legalità. Occorre un impegno trasversale e costante". "Ero giovane pm quando giunse la notizia delle stragi – racconta il procuratore Nicola Marini –: furono brividi ma forte di quel messaggio la schiena è sempre rimasta dritta". Il sostituto Siro De Flammineis, rappresentante locale dell’Anm, ha rivendicato "il valore della magistratura, anche per tutta la comunità nazionale", specie in una fase delicata come l’attuale con la riforma e gli attacchi continui alla categoria. E se il presidente dell’Ordine degli avvocati Lucia Secchi Tarugi racconta la storia del collega Famà che morì per aver fatto il proprio dovere, ricordando "che si può essere onesti, rispettare la legalità e restare vivi", Giovanna Vannetti (Libera Siena) denuncia "infiltrazioni anche qui in Toscana che troppo spesso tanti fanno finta di non vedere". Incanta gli studenti con i suoi ricordi di Paolo Borsellino il presidente del tribunale di Livorno Luciano Costantini stigmatizzando in avvio quella magistratura che rendeva omaggio a metà anni ’50 al capo della mafia. "Dall’Unità d’Italia al 1992 almeno 10mila omicidi e 10 ergastoli", declina, prima che arrivassero i "figli della Costituzione, Borsellino e Falcone". Leggono le loro domande, poi, quattro studentesse del ’Bandini’. Fanno altrettanto tre contradaiole di Bruco, Chiocciola e Selva a nome delle 17 Consorelle. "Se ogni giorno è legalità, ogni domani sarà rispetto. Questione di mentalità". Uno dei passaggi del loro documento (su www.lanazione.itsiena) "Quel ’poter cambiare quello che non ci piace, nella Palermo di Borsellino’, rapportato a Siena e alla sua realtà di Contrade, è un poter migliorare quello che si ama da sempre. Fin da quando, inconsapevoli neonati, ci hanno consegnato i colori che distingueranno il destino della nostra vita".