La longa manus della ’ndrangheta sulla ‘429’

Ottomila tonnellate di rifiuti contaminati usati per il quinto lotto della strada regionale: operazione dei carabinieri e della Dda

di Marco Brogi

POGGIBONSI

La "longa manus" della ‘ndrangheta sulla 429. Il quinto lotto della regionale, una delle arterie più importanti della Valdelsa, sarebbe stato realizzato con circa 8mila tonnellate di rifiuti contaminati. E’ l’aspetto più inquietante, almeno per il nostro territorio, emerso dalla mega operazione dei carabinieri e della Dda di Firenze sfociata in 23 arresti per attività criminali riconducibili alla ‘ndrangheta, infiltrata in Toscana nel controlli delle opere stradali, nel traffico di cocaina e nello smaltimento illecito di rifiuti. Il filone che interessa maggiormente il nostro territorio è proprio quello dei lavori stradali. L’operazione di carabinieri e Dda ha portato a sei arresti in Toscana, Calabria e Umbria per la gestione di rifiuti reflui e fanghi industriali prodotti nel distretto conciario tra le province di Firenze e Pisa. Alcuni soggetti a capo dell’Associazione conciatori di Santa Croce, stando a quanto riferiscono gli investigatori, sarebbero stati il cardine del sistema finito nell’inchiesta. Le ceneri di risulta dei rifiuti conciari classificati ‘Keu’, altamente inquinanti, sarebbero state miscelate con altri materiali e riutilizzate in attività edilizie. Tra queste, c’è anche il quinto lotto della 429, quello che unisce la rotatoria di Brusciana, nel Comune di Empoli, con quella di Dogana, nel Comune di Castelfiorentino. Il titolare dell’impianto di trattamento abusivo di materiali riciclati dai reflui e dai fanghi delle concerie di Santa Croce, Francesco Lerose, secondo gli inquirenti, sarebbe "in stretto contatto con ambienti di spessore criminale della cosca Gallace, i quali avevano preso il controllo del subappalto del movimento terra per la realizzazione del quinto lotto della Strada regionale 429 Empolese-Valdelsa". Grazie a questi rapporti risulterebbero smaltite abusivamente nei rilevati della nuova strada 8.000 tonnellate di rifiuti contaminati. Questo episodio rappresenta l’anello investigativo tra l’indagine ‘Keu’ dei Forestali e l’indagine svolta dai carabinieri del Ros denominata ‘Calatruria’. Attraverso la ditta del Mugello ‘Cantini Marino’, infiltrata da esponenti della cosca Gallace, è stato possibile ricostruire da parte del Ros il controllo del movimento terra nell’appalto del quinto lotto della 429. Un appalto segnato da condotte estorsive. Contemporaneamente i Carabinieri Forestali e i militari del Nucleo Ecologico hanno accertato la fornitura alla ditta Cantini, da parte di Lerose, di ingenti quantitativi di rifiuti contaminati smaltiti abusivamente nella realizzazione del quinto lotto della 429.