"L’immunità dai vaccini arriva un mese dopo la prima dose"

La virologa Maria Grazia Cusi: "Il virus era in incubazione nei contagiati dopo l’inoculazione del siero"

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"L’efficacia del vaccino Pfizer è di circa il 95%, un valore molto alto" spiega la professoressa Maria Grazia Cusi, docente dell’Università e direttore dell’Unità di Microbiologia e Virologia alle Scotte, con cui cerchiamo di toglierci qualche dubbio sulle vaccinazioni anti Covid in corso.

Quando arriva l’immunità del vaccino?

"L’immunità si ottiene dopo aver ricevuto la seconda dose di vaccino, più precisamente, una settimana dopo il completamento della vaccinazione. La prima dose difficilmente conferisce protezione; sono necessarie due dosi di vaccino".

Ci sono stati casi di infezione di persone vaccinate, come si spiega?

"Erano soggetti che avevano già il virus in incubazione o che si sono infettati dopo la prima vaccinazione, ma sappiamo che una dose non è sufficiente a proteggere dalla malattia".

Ci sono controindicazioni in presenza di patologie, allergie o altre problematiche?

"Questo vaccino non è al momento raccomandato nei bambini di età inferiore a 16 anni, perché la sperimentazione deve essere estesa a questa fascia di età. Lo stesso vale per persone immunodeficienti o con malattie autoimmuni".

L’immunità non è duratura, dunque chi ha già contratto il virus deve o può vaccinarsi?

"Dati di letteratura scientifica dimostrano che l’immunità da SARS CoV-2, dopo infezione naturale, declina con il tempo e spesso scompare dopo diversi mesi, perciò è plausibile che sia vaccinato anche chi è stato precedentemente infettato. La vaccinazione non contrasta con una precedente infezione, anzi potenzia l’immunità pregressa. Tuttavia, in questa fase, il soggetto che ha avuto il Covid può sottoporsi ad un esame sierologico prima del vaccino, per verificare la presenza o meno di anticorpi specifici".

Quale è la copertura per arrivare all’immunità di gregge?

"Il discorso è valido se l’immunità di gregge raggiunge almeno il 90%".

Il secondo vaccino in arrivo è quello di Moderna: come si differenzia?

"Il principio del vaccino di Moderna è simile a quello di Pfizer. Il vaccino Moderna è indicato a partire dai 18 anni di età, anziché dai 16 anni. La schedula vaccinale prevede due somministrazioni a distanza di 28 giorni, invece che 21 e l’immunità si considera pienamente acquisita a partire da 2 settimane dopo la seconda somministrazione. Il vaccino viene conservato a temperature più alte ed è stabile in frigorifero per 30 giorni".

Le varianti in circolazione possono compromettere l’efficacia dei vaccini prodotti?

"Al momento sembra improbabile un effetto negativo sulla vaccinazione. Sono già in corso studi per valutare se i soggetti vaccinati abbiano anticorpi neutralizzanti verso le varianti del virus. Queste varianti, peraltro, non hanno determinato, per ora, un cambiamento sulla virulenza del virus".

Paola Tomassoni