L’ateneo debutta al Santa Maria della Scala

La sala Calvino location d’eccezione per garantire la presenza degli studenti al corso magistrale di Economia. "Siamo emozionati"

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Alla ricerca di spazi nuovi per garantire la didattica in presenza, l’Università di Siena ha debuttato ieri in una location decisamente d’eccezione: la sala ’Italo Calvino’ del Santa Maria della Scala. Un’importante operazione organizzativa, ma anche con grande impatto d’immagine. Che ha ’rapito’ gli studenti. Se chiedete infatti a chi ha finito l’università da anni cosa gli manca più di tutto, è molto probabile che quella persona vi risponda: "andare a lezione". Per la maggior parte è così. A mancare non sono solo quelle due ore trascorse in aula, ovvio, ma tutto ciò che una lezione comporta: il confronto con i colleghi e i docenti, le chiacchierate che ne scaturiscono alla fine in cortile, i momenti di attesa in corridoio. In una parola sola, il contatto. Quello che oggi in parte manca o comunque si è dovuto adattare alla situazione. Il contatto, il rapporto con l’altro, o almeno ciò che ne è rimasto nel bel mezzo di una pandemia, è ciò che spinge alcuni studenti, non molti, a continuare a seguire le lezioni di presenza.

Cavallo di battaglia dell’ateneo senese e motivo di attrazione per una comunità, quella studentesca, importante per il tessuto socio-economico cittadino e formata in gran parte da fuori sede. "Venire all’università mi è mancato tantissimo – ammette Christian Labartino, pendolare originario di Grosseto – Sono convinto che in questo modo si apprenda meglio". E poi ammettiamolo, a volte e laddove economicamente sostenibile, l’idea di ritornare a vivere sotto lo stesso tetto con la propria famiglia, dopo aver assaporato l’indipendenza, può non essere appetibile.

"Ormai la mia vita è qui – afferma Martina Schipani, studentessa abruzzese – Quella dove sono cresciuta la vedo più come una casa per le vacanze". Stessa cosa per Fabiola Di Valentino, di Pescara, che è invece alla sua prima esperienza lontano dai suoi cari: "Dopo aver fatto la triennale nella mia città, ho deciso di iniziare una nuova avventura". Un probabile nuovo lockdown? Non spaventa o comunque non vogliono pensarci semplicemente perché non vogliono lasciarsi influenzare. Bisognava dare loro un valido motivo per tornare, oltre alla qualità dell’offerta formativa, e quale miglior motivo se non una parvenza di normalità in un momento in cui niente si può definire normale. Ecco quindi che ogni spazio vuoto o utilizzabile, diventa buono per ospitare le lezioni, come addirittura il Santa Maria della Scala.

"E’ senza dubbio una location d’eccezione oltre che di grande impatto", commenta Giovanni Barontini di Firenze. Ieri la sala Italo Calvino ha ospitato le prime due lezioni del corso magistrale di Economia. Con una capienza massima di 150 persone (in era Covid, è chiaro), lo spazio pensato per i convegni, si è trasformato per l’occasione in un’aula universitaria a tutti gli effetti. L’impressione dell’ateneo è che gli studenti siano stornati o comunque stiano per farlo, ma la percezione non è ancora supportata da numeri certi. Il calendario delle lezioni è stato infatti stilato in base a quello dello scorso anno. Si pensa che circa il 40% seguirà in presenza, mentre si punta a percentuali più alti. In contemporanea le lezioni sono fruibili anche casa, in teledidattica, attraverso un link che il titolare della cattedra ha preventivamente caricato sulla pagina del proprio corso. Una comodità che, complice anche il maltempo di ieri, avrà allettato parecchi. La prima lezione, infatti, aveva una platea fisica piuttosto ristretta: solo 5 studenti contro i circa 80 connessi online. Ad onor del vero era una materia a scelta, facoltativa. Quella dopo, invece, era "obbligatoria" e quindi uguale per tutti. A seguirla sono stati più di un centinaio: una trentina quelli presenti, e circa 80 via web. Sono numeri soggetti a variazioni, i corsi sono iniziati da poco e le iscrizioni non sono ancora chiuse, anzi l’Università sta pensando di prorogare i termini. Stando a quanto dicono gli stessi studenti, inoltre, pare che molti dei loro compagni abbiano rinviato il rientro a Siena al nuovo anno. Teresa Scarcella