Joe Sanders: "New York ama Siena Jazz"

Il musicista, fra i più ricercati contrabbassisti della sua generazione, sale in cattedra nelle aule dell’Accademia in Fortezza

Joe Sanders, uno dei bassisti più ricercati nel mondo, torna in Italia: sceglie Siena Jazz e sale in cattedra all’Accademia in Fortezza Medicea. Rinviata la miniresidenza al Teatro dei Rozzi, Sanders anima in questi giorni i corsi di contrabbasso e musica d’insieme che, organizzati in sicurezza, recuperano il programma sospeso nel precedente lockdown. "Siena Jazz – spiega il direttore artistico Franco Caroni - rispetta gli impegni che l’emergenza Covid obbliga a rinviare. La residenza artistica di Sanders in programma al Teatro dei Rozzi e il concerto finale con gli allievi saranno recuperati quando la situazione sarà superata".

Sanders, americano del Wisconsin, con il suo contrabbasso spopola nel jazz. Dopo il Brubeck Institute, California, dove, con Christian McBride ha iniziato il suo cammino musicale, si è esibito con grandi artisti:, come Dave Brubeck, Ron Carter, John Clayton, Jimmy Heath. Si è imposto nella scena jazzistica newyorkese, ampliando i suoi orizzonti musicali. Nel 2017, ha pubblicato il suo secondo album come leader, ‘Humanity’.

Importante la sua presenza a Siena Jazz, tanto più oggi.

"Mi sono trasferito a Parigi - dice Sanders -. Posso muovermi per insegnare a musicististudenti di livello superiore".

Il rapporto con Siena Jazz?

"È molto stimata nella comunità jazzistica newyorkese e nel mondo. I miei insegnanti, che hanno conosciuto Siena Jazz, raccontavano di un ambiente superiore, frequentato da studenti entusiasti. E poi Siena che offre la possibilità di vivere esperienze straordinarie per ciò che offre".

Quindi?

"Quello che, come musicista emergente, era il mio sogno, si è avverato nel 2016 quando ho potuto insegnare a Siena Jazz. Un’esperienza superiore: ho incontrato grandi musicisti con cui sono cresciuto, lo staff superiore dell’Accademia. Essere in questi giorni a Siena Jazz è importante: per consentirmi di continuare il percorso iniziato e, ritengo, come carica di fiducia in questo ambiente e a favore di chi ci gravita. . Una sfida professionale e personale".

Il suo jazz?

" Lascio a chi ascolta il giudizio. La mia educazione musicale è stata eclettica: la formazione classica mi ha consentito il corretto apprendimento delle tecniche. Il jazz è arrivato quando sono stato capace di dominare uno strumento difficile come il contrabbasso. Ma con il jazz il mio obiettivo è andato oltre la funzionalità dello strumento: consente al contrabbasso di diventare il migliore interprete dei miei sentimenti che la musica esprime".

Antonella Leoncini