Invasione di campo, tifoso nei guai. Testimonia Anna Durio

In aula il dopo partita di Siena-Rreggiana del giugno scorso. La presidente: «Ci furono danneggiamenti»

Invasione di campo, tifoso nei guai

Invasione di campo, tifoso nei guai

Siena, 21 maggio 2019 - «I segnalati all’autorità giudiziaria sono stati 80-90, 18 senesi e il resto della Reggiana». A svelare le conseguenze dell’invasione di campo del 3 giugno scorso, che è ancora fresca nella memoria dei tifosi, un poliziotto chiamato a testimoniare nel processo che vede imputato per questo reato un 32enne supporter della Robur. Il pm Daniele Rosa, che conduceva l’inchiesta, ha emesso nei suoi confronti un decreto penale di condanna a 10.500 euro di ammenda. Ma il tifoso ha presentato opposizione attraverso il suo avvocato Alessandro Betti per cui ieri è iniziato il processo. Palcoscenico dell’invasione di campo il ‘Franchi’ dove quel giorno si giocava il ritorno dei quarti di finale dei play-off. Alla fine dell’incontro, dopo il rigore trasformato da Santini proprio all’ultimo secondo del recupero e valido per la qualificazione della squadra di Mignani, un supporter della Reggiana avrebbe invaso il campo, arrabbiato per la decisione arbitrale. Altri lo seguivano in campo con in mano aste e cinture. Erano arrivati nel rettangolo verde anche tifosi bianconeri. Il giudice ha osservato le immagini, ieri in aula.

«Per riportare quelli della Reggiana nel loro settore è intervenuto il reparto mobile», sottolinea il poliziotto. «Finita la partita mio figlio, che è vice presidente, scese per andare a festeggiare e io a ruota. Arrivata giù c’era uno sul divanetto con i colori della Reggiana. Io entrai in campo ma mi sentii prendere per un braccio. ‘Dove vai, c’è l’invasione di campo’, mi disse qualcuno. Girandomi vidi tutto color amaranto. Mi prese un attacco di panico da madre ‘Dov’è mio figlio Federico’, mi chiesi. Vidi un mare di gente», racconta la presidente della Robur Anna Durio. Che riferisce anche dei danni: «Un centinaio di seggiolini rovinati nel settore ospiti e circa 30 euro di monetine lanciate in campo, insieme ad occhiali e chiavi», ricostruisce. Poi tocca all’allora dirigente del Gos della questura Alessandra Martini soffermarsi, tra l’altro, sulla differenza fra il ruolo degli steward e quello delle ‘maschera’ allo stadio. Perché sarebbe stato aperto un cancello da una di queste ultime. Un uomo che sarà ascoltato nella prossima udienza insieme al responsabile degli steward.

La.Valde.