"Infondate le richieste danni da 1,8 miliardi Il Monte va veloce, nessuno ci fermerà"

L’ad di Rocca Salimbeni, Lovaglio: "Lettere seriali, pronti a reazioni legali. Raggiungeremo tutti gli obiettivi del piano industriale". Bilancio semestrale con utile a 27 milioni, il 15 settembre l’assemblea per l’aumento di capitale, ceduti crediti dubbi per 917 milioni

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di Pino Di Blasio

"A distanza di 40 giorni dalla presentazione del piano industriale abbiamo raggiunto un accordo con i sindacatI per 3.500 uscite volontarie, abbiamo ceduto un portafoglio per 917 milioni di euro di npl, abbiamo già ottenuto l’autorizzazione della Dg Comp e abbiamo presentato la richiesta alla Bce per l’assemblea di settembre sull’aumento di capitale. Sono tutti segnali che la banca sta procedendo non solo nell’attività commerciale, ma sta marciando a tutta velocità anche nell’esecuzione del piano industriale. Siamo convinti che sarà impossibile fermare la nostra determinazione, raggiungeremo tutti gli obiettivi che ci siamo posti". L’amministratore delegato di Banca Mps, Luigi Lovaglio, risponde all’ultima domanda degli analisti, mettendo in mostra il suo carattere. E rivendicando i grandi risultati raggiunti in poco tempo, con troppi venti contrari e tanta parte della finanza che continua a scommettere sulla crisi del Monte dei Paschi di Siena.

Neanche Piazza Affari sembra credere alla velocità d’esecuzione e alla straordinarietà del lavoro di Lovaglio e del management di Rocca Salimbeni. Che in 40 giorni ha concluso un’operazione di riduzione dei costi del personale e di ricambio generazionale, che nessuna banca italiana ha mai tentato finora. Ieri il titolo Mps ha ceduto il 6,74%, chiudendo a 41,5 centesimi. A pesare sulla quotazione il raffronto dell’utile netto semestrale rispetto ai risultati del 2021. Il bilancio dei primi sei mesi di quest’anno si è chiuso con un utile di 27 milioni di euro, in netto calo rispetto ai 202 milioni dell’anno scorso. "Ma il confronto è improponibile - scrive il Monte in una nota - perché nel 2021 si registrò un maggior contributo dalla cessione di titoli e dalla valutazione delle dta, nonché dal miglioramento delle coperture dei crediti deteriorati. avvenuto nel primi due trimestri del 2022".

Gli altri dati di bilancio da segnalare sono i ricavi complessivi per 1.522 milioni di euro, in calo del 2,5%, la raccolta diretta a 84,3 miliardi di euro, quella indiretta che si è attestata sui 93,1 miliardi di euro, in calo di 6,8 miliardi rispetto al trimestre precedente e gli impieghi a 78,6 miliardi. Numeri in chiaroscuro, che hanno pesato sull’andamento in Borsa, assieme alla nuova richiesta danni arrivata a Rocca Salimbeni. Altro argomento trattato da Lovaglio con durezza estrema e con piglio deciso.

Nel secondo trimestre e ad agosto ci sono state richieste danni stragiudiziali per 1,8 miliardi di euro, tutte opera della Martingale Risk, società di consulenza legale e finanziaria, fondata da Marco Fabio Delzio, ex funzionario di Bankitalia.

"Le nuove richieste danni al Monte sono lettere che nella maggior parte dei casi mancano di documentazione, di legittimità e senza nesso causale. In pratica sono richieste infondate, inoltrate dalla stessa società di consulenza per conto di alcuni investitori istituzionali. Si tratta di richieste seriali". E’ tranchant l’ad Lovaglio nel bocciare l’ennesima grana legale che però innesca una reazione veemente. "Si tratta di richieste talmente dubbie da non giustificare quasi degli accantonamenti. Per questa ragione abbiamo dato mandato ai legali perché possano proteggere gli interessi della banca". L’ad ha anche ricordato le ultime sentenze favorevoli al Monte, con l’assoluzione degli ex vertici Mussari e Vigni in due appelli.

L’assemblea degli azionisti per l’aumento di capitale è convocata per il 15 settembre. Banco Santander, Société Générale, Barclays e Stifel Bank si uniscono alle altre quattro banche del Consorzio di garanzia per l’aumento. Che sarà a condizioni di mercato, con l’idea di raggruppare 100 vecchie azioni in 1 nuova e con lo Stato che dovrebbe fermarsi ai 1.600 milioni proquota. Il consiglio d’amministrazione, presieduto da Patrizia Grieco, ha anche approvato la cessione di 917 milioni di euro di crediti deteriorati e incagliati a Amco, Illimity e Intrum. Vendita che fa abbassare la percentuale di rischio sul credito al 3,9% lordo, centrando in anticipo gli obiettivi del piano. "Nonostante le difficili condizioni di mercato - ha ripetuto Luigi Lovaglio - noi faremo il possibile per arrivare nella situazione migliore all’aumento di capitale".