"In due settimane tutti gli over 80 vaccinati"

Simona Dei, direttore sanitario Asl Sud Est: "La Toscana è tornata in media. Le zone rosse aiutano, serve più attenzione dei cittadini"

Simona Dei, direttore sanitario Asl Toscana sud est

Simona Dei, direttore sanitario Asl Toscana sud est

Simona Dei, direttore sanitario Asl Toscana sud est, non ha dubbi sul fatto che entro il 24 aprile, come annunciato dalla Regione, "tutti gli ultraottantenni che ne hanno diritto, saranno vaccinati. Oggi la Toscana si è riallineata alla media nazionale del 68% sugli over 80". Ma è una questione che va accantonata, per il momento. Perché l’indice di contagio più alto nel cuore della Toscana e nei distretti industriali rispetto ad altre aree, ha generato una provincia senese in zona rossa al nord, in Valdelsa, e arancione per il resto dal Chianti alla Valdichiana, da Siena all’Amiata.

"Lo stato dell’arte - è la tesi di Simona Dei - ci permette di dire che i numeri dei contagiati stanno lentamente scendendo. A conferma dell’importanza di stare attenti e dei risultati del pacchetto di misure attivate nelle ultime settimane".

Le zone rosse sono utili?

"Non ci sono solo i periodi in zona rossa nelle misure di contenimento. Ci sono tutti gli eventi di ’Territori sicuri’, il monitoraggio quotidiano della Regione con i sindaci, le attività di profilassi, i tracciamento dei contatti e delle persone a casa, tutto il mondo che si mette in moto quando si accende l’allarme su un caso positivo".

La terza ondata del virus sembra ancora più subdola...

"Da noi la prima ondata ha colpito in maniera lieve. Un anno fa non c’erano i colori, ma il lockdown. Il mondo si era fermato, le città erano chiuse, gli stessi ospedali si dedicavano alle emergenze e alle attività Covid.

Poi venne l’estate e le conseguenze note. A mio avviso non siamo alla terza ondata, ma alla prosecuzione della seconda. E a fine gennaio si è evoluta nella sua forma più grave".

Perché l’ondata è ripartita?

"Un po’ perché a Natale le persone si sono mosse di più. E poi ci sono state le varianti, che ci hanno messo in difficoltà. Quando sono comparse, negli ospedali dicevano di non aver mai visto giovani con polmoniti così brutte. Ed eravamo agli inizi di febbraio. Il virus mutato ci ha chiamato a nuove sfide".

Quando ci sarà la risacca?

"Penso che il rischio contagi si allenterà con il caldo e con i cavaccini. L’anno scorso avevamo le case di riposo piene di positivi e non sapevamo come fare. Stavolta li abbiamo trovati con i controlli; erano tutti asintomatici perché il 100% di ospiti e operatori nelle rsa era vaccinato".

Almeno questa priorità è stata rispettata in Toscana...

"Ora stiamo vaccinando gli ultrafragili, ma sulle priorità le vorrei dire che la scelta toscana di puntare sui medici di famiglia è indovinata. I vaccini possono ridurre la letalità e la contagiosità, avendo dosi sufficienti puoi raggiungere entrambi gli obiettivi. Altrimenti devi fare una scelta. Vaccinare prima gli operatori sanitari ha messo in sicurezza ospedali e rsa. Ovviamente parlo delle vaccinazioni Asl".

Hanno senso le zone rosse e non più i singoli Comuni?

"La zona aiuta. Ma sono convinta che, se i cittadini fossero stati più attenti, potremmo essere rimasti sempre in arancione".

Pino Di Blasio