Imprese, timida ripresa ma si teme il peggio

Lapini, Camera di commercio: "Nel primo trimestre nuove iscrizioni al -2,4%. Saldo positivo dovuto al netto calo delle cessazioni (-28,6%)"

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Saldo positivo nei primi tre mesi del 2021 in provincia di Siena fra iscrizioni e cessazioni delle imprese alla Camera di commercio. Nei primi tre mesi dell’anno si sono registrate 455 nuove aperture (11 in meno rispetto al 2020) e 439 chiusure (176 in meno rispetto al 2020), con un segno positivo di 16 attività.

"Il confronto con il primo trimestre dello scorso anno, toccato solo in parte dall’emergenza Covid – commenta la vice presidente Vicaria Anna Lapini – mostra una timida ripresa nella lunga serie (ormai decennale) di segni negativi. Il miglioramento è dovuto non tanto ad una ritrovata vivacità imprenditoriale, visto che le nuove iscrizioni sono diminuite del 2,4%, quanto ad un netto calo delle cessazioni (-28,6%)".

E ancora: "Le chiusure, in particolare, registrano il valore di gran lunga più basso nella serie dei primi trimestri degli ultimi dieci anni. E’ ragionevole presupporre – afferma – in considerazione della gravità della crisi che sta ancora condizionando la demografia imprenditoriale, l’esistenza di una “platea nascosta” di imprese che in altre circostanze avrebbero sicuramente già interrotto l’attività".

"Il numero complessivo delle sedi di impresa in provincia di Siena – evidenzia il segretario generale Marco Randellini – si attesta a fine marzo a 27.977 unità, in flessione dello 0,6% rispetto al corrispondente dato del 2020. Più critici i dati dell’occupazione: gli addetti operanti nelle imprese senesi si attestano infatti a 113.740, in diminuzione di 5.200 unità in valore assoluto e del 4,4% in termini relativi. Diminuiscono dello 0,9% le aziende agricole così come le attività manifatturiere, che fanno registrare un calo dell’1,2%".

Randellini continua: "All’interno del comparto manifatturiero le specializzazioni più numerose sono quasi tutte caratterizzate dal segno negativo: le imprese produttrici di prodotti in metallo si attestano a 367 unità, il 2,1% in meno rispetto al marzo del 2020, quelle alimentari scendono a 253 unità (-0,4%), quelle della lavorazione dei minerali non metalliferi diminuiscono dell1,3% a 236 unità ed infine quelle dei prodotti in legno accusano una flessione dell’1,8%. Nel terziario i settori più colpiti sono il commercio (-1,5%), particolarmente quello al dettaglio (-1,9%) e i trasporti (-0,9%)".

Non particolarmente elevata invece la flessione numerica delle imprese dei servizi di alloggio (-0,6%) e di quelli di ristorazione (-0,6%) che possono essere considerati i settori più colpiti dalle conseguenze della pandemia. "Probabilmente un quadro più esaustivo e preciso di quanto la crisi abbia inciso sul tessuto economico senese lo potremmo avere a partire dai dati di metà anno – conclude Randellini –. Al momento, il sistema economico provinciale sta dando prova di una notevole capacità di resistenza, ma è pur vero che l’economia nazionale è in qualche modo “anestetizzata” dalle misure straordinarie di sostegno messe in campo e che potrebbero trovare una parziale prosecuzione nella futura fase di operatività del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr)".