Imprenditore vittima di un ricatto

Due carabinieri arrestati per concussione ai danni di Mario Borghi de ‘Le Gallozzole’ di Monteriggioni

C’è anche Mario Borghi, titolare delle omonime ‘Cantine Borghi’ e anche de ‘Le Gallozzole’ di Monteriggioni tra le vittime di un odioso ricatto e di una successiva inchiesta scaturita dall’arresto in flagranza, lo scorso 30 aprile, di due carabinieri del Nas. I due si servivano di alcuni intermediari che ‘avvicinavano’ gli imprenditori da taglieggiare. I quali intermediari non potevano essere inaffidabili e tra questi c’era Libero Sorelli, noto ‘Luciano’, 76enne di Incisa Valdarno, ‘nume’ nel commercio vitivinicolo, etichette della Toscana tutta. In seguito anche nella produzione, con discreti riconoscimenti. Proprio Sorelli compare nell’episodio ai danni del suddetto Mario Borgh.

Insieme a Barasso e Spezzano, Sorelli avrebbe concusso, costretto Borghi a dare 75mila euro in contanti, (ma la prima richiesta era stata di 200mila), in tre tranches tra marzo e giugno 2018. Come? Il luogotenente Barasso eseguendo senza dare comunicazione alcuna al suo Comando un controllo ispettivo alle Cantine, con prelievo di campioni di vino e di una mole di documenti (verifiche peraltro senza che venisse accertata alcuna irregolarità); Spezzano con barasso incaricando Sorelli di ‘parlare’ con Mario Borghi: "doveva comunicargli – scrive il giudice nell’ordinanza di custodia – che l’unico modo per chiudere il controllo era pagare...". Proprio lui, Sorelli, intermediario, avrebbe ritirato la somma. Sottolinea l’accusa la pressione psicologica, intimidatoria e il danno di immagine: alcuni clienti venuti a sapere dell‘ispezione’ interruppero o sospesero i rapporti con Borghi.