"Il sorteggio unico modo per avere tutti gli alunni"

La preside dell’Angiolieri. Annalisa Nencini ci risponde. Ma è una soluzione discutibile

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Annalisa Nencini, preside dell’istituto Cecco Angiolieri, accusa La Nazione di ‘scarsa professionalità’ per non aver ‘approfondito le fonti e le cause’ della creazione di due gruppi misti fra le classi terze. La vicenda è quella, raccontataci da alcuni genitori e confermata dalla circolare della scuola, dell’intenzione di creare due gruppi con gli alunni di terza media eccedenti alle sette classi, che per normativa Covid, non possono andare oltre le 18-20 unità: la proposta della scuola, da presentare ancora alle famiglie, è di sorteggiare i ragazzi che saranno assegnati ai due gruppi misti ex novo, fra quelli con media superiore al 7. Pur avendo tentato, noi, invano di chiedere spiegazioni alla preside, ieri ‘non raggiungibile’, cogliamo l’occasione per spiegare la proposta della Cecco Angiolieri per superare le innegabili difficoltà di adeguamento alle norme anti-Covid.

"L’Istituto garantisce a tutti gli alunni la didattica in presenza fin dal 14 settembre, la classe mista – scrive la scuola, confermando l’iniziativa e spiegandone i motivi – è una delle alternative possibili in caso di indisponibilità di alcune aule per la mancata consegna dei lavori di sistemazione del tetto del plesso Cecco Angiolieri entro i termini stabiliti del 14 settembre. Se aveste espresso che l’alternativa era tenere 6 alunni fuori dalla porta per l’orario di lezione forse il lettore avrebbe meglio compreso i motivi della classe mista. Fermo restando che, sia che i ragazzi stiano fuori dalla porta come suggerisce qualcuno, sia che i ragazzi siano in un’aula mista con docenti in grado di supportare ed accompagnare didatticamente gli alunni, i criteri di tutela dei più fragili e la consapevolezza della forza dei nostri alunni migliori ha portato, con orgoglio, al criterio di selezione dei candidati più preparati per l’eventuale sorteggio". Rigettando le accuse di scarsa professionalità, diciamo alla preside che forse il sorteggio fra ‘gli studenti migliori’ non è la soluzione più condivisibile; così come la mancanza di coinvolgimento delle famiglie nella decisione.