"Il piccolo Monte toscano progetto poco credibile"

Il sindaco De Mossi smonta l’ipotesi dello spin off di filiali regionali a termine "La banca ha bisogno di capitali ingenti, Ministero e Bce hanno altre idee"

Il presidente della Toscana, Giani, con il sindaco di Siena, De Mossi (Lazzeroni)

Il presidente della Toscana, Giani, con il sindaco di Siena, De Mossi (Lazzeroni)

Siena, 6 gennaio 2021 - Il presidente della Regione Eugenio Giani sembra il più contento di quella strana ipotesi circolata ieri e rivelata dalle colonne del ’Messaggero’. "Sono fiducioso sulla battaglia che abbiamo fatto - dichiara ai microfoni Giani, prima di presentare il nuovo dg del Policlinico - perché Mps come brand, sede e autonomia giuridico funzionale della sua identità rimanga sempre quella banca che dal 1472 rappresenta il punto di riferimento di un’attività finanziaria e bancaria che in Toscana è di alto livello". Sembra un avallo al piano del ’piccolo Monte toscano’, che si staccherebbe per qualche anno dal grande polo con Unicredit, con la fusione che sarebbe accelerata. In realtà è il ribadire quanto detto all’incontro al Ministero, anche se Giani rappresenta un interlocutore particolare per i dirigenti di via XX settembre, non foss’altro per la comunanza politica con il ministro Gualteri. Ma per il sindaco Luigi De Mossi questo non è più il tempo dei piani di carta. Sindaco, come giudica l’idea dello spin off delle filiali toscane sotto il brand Mps, per qualche anno, prima di confluire in Unicredit? "Nell’incontro al Tesoro si è parlato anche di qeusta ipotesi, ma il tema è delicato. Noi enti locali abbiamo parlato di progetti, abbiamo avanzato richieste, sollecitato garanzie. I dirigenti del ministero non ci hanno dato indicazioni sulle loro intenzioni. Tutto è legato ad altri fattori. dalle condizioni della Bce alla difficoltà delle banche di dare corpo a una fusione in una situazione particolare e complicata". L’unica certezza è che il Monte deve essere ripatrimonializzato in fretta. "Il nodo cruciale è questo. Chi metterà i miliardi necessari per far rispettare al Monte i requisiti patrimoniali imposti dalla Bce? E’ impensabile pensare che rimanga una banca pubblica, l’orientamento in tutto il mondo va verso le privatizzazion. Per il Monte si prospetta o una fusione con un grande gruppo bancario che garantisca il patrimonio sufficiente, o il ridimensionamento a banca regionale, nel caso aggregata con altre realtà". Cosa sa della trattativa tra Fondazione e banca per i risarcimenti da 3,8 miliardi? "Non so se banca e Fondazione siano vicini all’accordo sui risarcimenti. Credo però che se non si trova velocemente una soluzione, bisognerà far partire le cause legali". Secondo lei può reggere un piccolo Mps toscano? O c’è solo la fusione con Unicredit? "Non so se sarà Unicredit il gruppo con cui si farà la fusione. So che in primavera la soluzione dovrà esserci. Aprile o maggio saranno i mesi cruciali". Lei vorrebbe che Siena si «demontepaschizzasse’, cercasse alternative alla banca? "Il nostro orizzonte è cambiato radicalmente, il mondo bancario è rivoluzionato. Come è accaduto per l’industria con i robot, non sono più ipotizzabili assunzioni in massa. Le filiali bancarie sono state sostituite dagli uffici, gli sportelli non ci sono più. La crisi del Monte poi è frutto anche di una serie di iniziative e decisioni che non ha senso ripetere ora. Per questo dedichiamo grande attenzione per la Scienze della vita". Sta accarezzando anche l’idea della multiutility toscana per i servizi pubblici? "Certamente, ma lì il tema è un altro. Tutto è legato ai costi dei servizi. E le amministrazioni pubbliche devono ragionare sulle risorse per le aziende". Come ha letto il ricorso al Tar della Lombardia di Sei Toscana contro i Comuni dell’Ato? Una dichiarazione di guerra, con la scelta di un legale del calibro di Catricalà? "Non so se sia una dichiarazione di guerra, di certo non è un ramoscello d’ulivo". In conclusione cosa pensa del piccolo Monte Toscano? "Alla banca serve una ricapitalizzazione significativa e anche rapida. Quei miliardi potrebbero servire anche per una banca regionale. Ma non credo sia questo il progetto del Ministero dell’Economia. Soprattutto la Bce sta pensando a tutt’altro".