"Il piano industriale il 23 giugno Sarà in linea con le indicazioni Bce"

L’esordio pubblico per Lovaglio, ad Banca Mps. "I costi operativi sono l’area cruciale di intervento. La rete commerciale è un punto di forza, possiamo estrarre più valore. I nodi per l’aumento di capitale"

Migration

di Pino Di Blasio

"Il piano industriale del Monte dei Paschi sarà presentato il 23 giugno, la nostra aspirazione è che venga recepito correttamente dalla Bce. Sarà messo a punto riflettendo le indicazioni di Francoforte". Luigi Lovaglio, amministratore delegato a Rocca Salimbeni, ha esordito nella sua prima conference call con analisti e giornalisti, presentando i risultati del primo trimestre 2022 di Banca Mps, tre mesi dopo la sua nomina. I numeri non sono brillanti, le prospettive sicuramente migliori per la banca più antica del mondo.

"Stiamo andando avanti nella revisione del piano industriale - ha detto Lovaglio - focalizzandoci su poche e chiare priorità: il sostegno dei nostri clienti, il miglioramento dell’efficienza operativa, il mantenimento di un basso profilo di rischio, la ricostruzione della solidità della banca e della capacità di essere profittevole in modo sostenibile". L’ad ha indicato i costi operativi "come l’area cruciale in cui dobbiamo avere significativi miglioramenti"; sul fronte del costo del rischio il primo trimestre "riflette l’approccio prudente che vogliamo usare anche nel futuro". Anche in tema di crediti deteriorati "vogliamo avere un approccio conservativo, siamo fortemente convinti che l’asset quality sarà uno dei pilastri del nostro piano industriale e che abbiamo spazio per una ulteriore ottimizzazione".

Un capitolo a parte merita il contenzioso, anche se Luigi Lovaglio ha parlato poche ore prima della sentenza di appello sui derivati. E’ salito da 1 miliardo 730 milioni a 1,87 miliardi. "Sono consapevole che si tratta di un’area critica per noi e che dobbiamo dare chiarezza al mercato in merito a quale approccio avremo con questa eredità". Anche le fabbriche di prodotto, dalla banca assurance con Axa al risparmio gestito con Anima, avranno un ruolo cruciale nel business plan. E l’ad punta molto sullo sviluppo da imprimere al rapporto con la compagnia francese, in particolar modo. "Saremo più precisi con la presentazione del piano industriale. Mps ha un enorme potenziale commerciale, sto lavorando con il team per rivedere il piano, il risultato del lavoro lo vedremo il 23 giugno, i risultati del primo trimestre vanno visti in questa prospettiva. Possiamo estrarre valore addizionale - è l’auspicio di Lovaglio - grazie alla nostra forte presenza e distribuzione, alla professionalità delle nostre persone, a una solida base di clienti. Dobbiamo focalizzarci sulle aree che possono portare ricavi addizionali e rendere il capitale più efficiente".

La rete commerciale del Monte sarà il punto di forza, dal rialzo dei tassi di interesse potranno arrivare dai 120 ai 150 milioni in più di margine. Sul capitale Lovaglio conferma la possibilità di un deficit di 500 milioni a marzo 2023. L’aumento di capitale da 2,5 miliardi resta confermato e il Mps "sta fornendo tutti i chiarimenti richiesti dalle Autorità ma attualmente non vi è una stima precisa dei tempi necessari per portare a termine i processi approvativi". Sta a DgComp e Bce valutare l’intervento dello Stato nel capitale; valutazioni che pongono "incertezze rilevanti sul percorso del rafforzamento patrimoniale della Banca". Tra meno di 50 giorni, il 23 giugno, Luigi Lovaglio e i manager del Monte illustreranno il piano che rispetti i dettami della Bce sul ritorno della banca ai privati, sull’uscita dello Stato e sull’aumento di capitale che dovrà servire per rendere più solido il patrimonio e incentivare la riduzione dei costi operativi, con le uscite volontarie di migliaia di dipendenti. "I nostri pilastri saranno la qualità degli asset e la forza della rete" è la scommessa di Lovaglio. La speranza del Monte è che la vinca.