Il mutuo, il dolore e la casa pronta per l’asta Anna e quella battaglia vinta contro tutti

La storia di una 75enne senese, malata e aiutata dai volontari della Fondazione: dopo il loro intervento la donna è tornata a nuova vita

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Dietro ogni cifra delle circa mille persone che ogni anno, da tutta la regione, bussano alla Fondazione, ci sono vite reali. In alcuni casi appese ancora per un soffio all’esistenza. E se quella ventata che potrebbe spingere nel precipizio non arriva, la loro vita rifiorisce, le ferite si rimarginano. E anche la salute. Una di queste storie è stata ’rubata’ ai volontari della Fondazione. È il caso di Anna, un 75enne senese a cui l’incontro con gli sportelli per la prevenzione dell’usura ha letteralmente allungato la vita. La sua identità resta rigorosamente anonima, ma la sua parabola ascendente resta rigorosamente vera, come anche i benefici che ha ottenuto. La donna, dopo la morte del marito, era rimasta sola con un macigno sulle spalle: il mutuo della casa che si era trovata ad abitare da vedova.

Ma quella rata da quasi mille euro da versare ogni mese era diventato un gigante impossibile da sconfiggere. Anna, già provata nel fisico da un insieme di patologie e nell’animo dalla morte del marito, si era arresa. E così era rimasta crocefissa a letto. Le sue cartelle cliniche parlavano chiaro: la donna si stava lasciando morire lentamente. L’unica speranza: una richiesta di estensione del mutuo. In pratica aumentare il numero degli anni durante i quali restituire la cifra, in modo da abbattere la rata e renderla onorabile ogni mese. La richiesta però era stata respinta dalla sua banca. Il motivo? L’età di Anna era troppo elevata per costituire una garanzia sufficiente alla restituzione e lo stato delle sue finanze non aiutava di certo. Intanto il quadro clinico stava peggiorando, così come la morsa delle sue patologie, tra cui una grave insufficienza renale. Per i medici avrebbe avuto ancora poco da vivere. Intanto la casa, con troppe rate scoperte, stava per essere venduta all’asta. E con questa, probabilmente, anche la vita della donna, battuta per sempre da quel colpo di martelletto.

Anna, spinta da alcuni conoscenti, ha fatto in tempo a rivolgersi alla Fondazione. I volontari, grazie al fondo a disposizione della Onlus, sono riusciti ad offrire all’istituto di credito garanzie sufficienti per abbattere la rata mensile del mutuo, ottenendo una sua dilazione nel tempo. In una parola: mutuo più lungo e rata inferiore. La donna ha iniziato a rifiorire e, i medici, a osservare miglioramenti nel suo quadro clinico. Non un miracolo, secondo i volontari della Fondazione, ma semplicemente la certezza che spirito e corpo sono legati indissolubilmente. E che non farsi portare via la casa dove per anni si è abitato col marito sia una medicina potente. L’allora 75enne ormai ha più di 80 anni. Ogni Natale telefona personalmente al volontario che l’ha seguita nel suo percorso di rinascita. Lo ringrazia e gli fa gli auguri. Poi piange e versa una lacrima. Una goccia in un oceano silenzioso di vite salvate che ancora scorrono. E meriterebbero di essere raccontate tutte.