"Il Monte è una banca vitale" Bastianini ringrazia i dipendenti

L’ad in conference call virtuale esalta i risultati di bilancio ma non parla di esuberi. La Fisac: "Trattative solo dopo il piano"

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Guido Bastianini, ad del Monte dei Paschi, fa leva sui numeri del bilancio 2020 per ribadire che "la banca è vitale" e che nel primo trimestre di quest’anno, periodo cruciale per l’attività commerciale, bisogna cercare di replicare i buoni numeri realizzati lo scorso anno sulla raccolta e le masse gestite.

Bastianini ha voluto confrontarsi con tutti i dipendenti del gruppo Mps e con i sindacati, in una conference call virtuale. "Ha ringraziato i lavoratori per i buoni risultati raggiunti nella parte operativa del bilancio - racconta Federico Di Marcello della Fisac Cgil - mentre sul futuro della banca si è mostrato molto cauto. Sottolineando che il capital plan dovrà essere approvato dalle autorità europee".

Sulle future aggregazioni, con la possibile fusione con UniCredit, l’amministratore delegato ha rimandato ai comunicati ufficiali e alle decisioni dell’azionista di maggioranza. "La conference call - aggiunge Di Marcello - è servita per spiegare tutti i numeri del bilancio e per ridare morale ai dipendenti, ringraziandoli. Sulle ipotesi strategiche non c’è nulla di nuovo, così come sul fronte degli esuberi. Che sarà affrontato quando il quadro sarà più chiaro".

La questione esuberi è quella più calda al tavolo con i sindacati. La banca non avrebbe ancora rivelato alle organizzazioni sindacali la lettera della DgComp che chiede di rispettare il taglio di 100 milioni di euro di costi fissi, per i passati bilanci chiusi in perdita. "Ci sono state solo comunicazioni informali - spiega il segretario della Fisac Banca Mps - ma non apriremo nessuna trattativa prima di vedere il piano definitivo approvato dall’Europa".

Tutto in stand by, dunque, compresi i numeri contenuti nel piano strategico sui tagli al personale, sui 2.670 posti da ridurre complessivamente, 880 dei quali nella direzione generale a Siena. "Il governo guidato da Mario Draghi dovrà trovare una soluzione e mettere in salvataggio Mps, anche attraverso un’asta internazionale. La crisi del governo Conte ha provocato un rallentamento nella operazione con Unicredit, assieme alle resistenze di importanti azionisti italiani di Unicredit, come Leonardo Del Vecchio". E’ l’allarme lanciato da Lando Sileoni, segretario generale Fabi.